fotoanthropiaFan di Lovecraft e del prog metal: “Non-Euclidian Spaces” dei francesi Anthropia è il disco che fa per voi! Hugues “Hugo” Lefevre ci presenta la band, l’album e i brani più interessanti. Buona lettura! (read it in english)

Ciao Hugo, cominciamo dalla spiegazione del nome della band, decisamente inusuale… viene dal greco antico?

Ciao a te! Sì, assolutamente. Durante i miei studi ho scoperto il termine ‘entropia’: è il disordine a livello microscopico. Mi è sembrato abbastanza divertente unire la parola con il prefisso greco ‘Anthros’ (uomo) per dare idea del caos che l’umanità potrebbe creare.

“Non-Euclidean Space” è il vostro terzo disco, sei soddisfatto del risultato finale? Pensi che la band sia maturata rispetto agli esordi?

Sì, siamo abbastanza fieri di ciò che abbiamo creato per questo disco. È stato davvero un lavoro titanico! È praticamente il risultato del lavoro degli ultimi cinque anni. Avevamo tutti altri progetti di cui occuparci, ma abbiamo comunque preso il giusto tempo per fare il miglior disco possibile. È uno dei vantaggi di essere la propria label, ahah. Personalmente sono davvero soddisfatto del risultato, perché rappresenta davvero la mia visione dell’opera di Lovecraft.

Certamente, penso che la musica degli Anthropia diventi sempre più matura nel corso degli anni, anche se penso che “The Chain Reaction” fosse già un disco ben riuscito. Talora ascolto il primo album, “The Ereyn Chronicles part One”, ed è vero che noto alcuni errori di gioventù nella composizione, anche se è un buon disco con buone canzoni… in ogni caso, sono davvero fiero di questi 3 cd, ma “Non-Euclidean Spaces” è certamente il meglio riuscito!

È facile supporre che siete grandi fan di Lovecraft… cosa significano per voi le sue storie e il suo mondo fantastico?

Beh, significa moltissimo! Ho scoperto i Miti di Chtulu da ragazzo, e sono stato così impressionato dall’atmosfera di queste storie che ne sono immediatamente diventato un appassionato. Mescolano molti dei temi che amo: misteri, antichi culti, follia, alieni, magia… Amo anche il mondo degli anni ’20 in cui si svolgono la maggior parte delle storie di Lovecraft. Tutti i membri della band sono anche appassionati giocatori, quindi giochiamo spesso a giochi da tavolo, di role playing, di carte… I miti di Chtulu sono particolarmente ben rappresentati in quest’ambito, per nostro grande piacere!

Ancora su Lovecraft: sono sempre stato affascinato dalle implicazioni filosofiche delle storie di Chtulu… concorsi con le sue teorie pessimistiche e nichiliste sul destino e l’essenza dell’umanità?

Bella domanda! Non posso dire di essere totalmente d’accordo con la sua pessimistica visione del mondo, ma quantomeno la capisco. Direi che sono a metà del suo livello, ahah! Ad esempio, ultimamente posso guardare i telegiornali solo con difficoltà. Fra omicidi, stupri, ladri, politici che mentono… non lascia molta speranza. In questi momenti chiaramente condivido i suoi pensieri misantropici.

Ma dall’altra parte, mi piace ciò che l’umanità può creare nei propri giorni migliori (amo l’arte in tutte le sue forme), e inoltre sono così attaccato a coloro che amo, che semplicemente non posso sperare che Chtulu si svegli e distrugga il mondo, ahahah!

Nel booklet c’è una lunga lista di ospiti! Come è stato lavorare con Edu Falaschi e Arjen Anthony Lucassen?

Beh, è stato un sogno diventato vero! Sono un grande fan di Arjen e dei suoi vari progetti. Lo avevo già contattato per il precedente album “The Chain Reaction”, ma era troppo occupato per prendervi parte. Così stavolta l’ho contattato in anticipo e gli ho mandato un brano (credo “The Melancholy of RC”). Gli è piaciuto ed ha accettato il lavoro! È davvero una grande persona e molto professionale, come del resto ci aspettavamo da lui! È un onore averlo sul disco.

Per quanto riguarda Edu, della cosa si è occupato il nostro batterista Damien. Lui ha mixato l’ultimo disco degli Almah e i due sono diventati amici. Yann (chitarra), Damien e io siamo grandi fan degli Angra, e ho chiesto a Damien di mandare il brano “The Snake Den” a Edu, per verificare se fosse interessato a cantarla come ospite. Anche lui ha apprezzato la cosa e così abbiamo concretizzato. A lui un grande ringraziamento, quel ragazzo è un cantante eccezionale.

Parliamo ora dei miei brani preferiti sul disco: “The Melancholy of RC” e “When the Stars come right”. Ho molto apprezzato lo stile e la voce di Nathalie Olmi!

Grazie, sarà molto felice di leggerlo! Dice spesso che la torturo quando registriamo, perché la spingo davvero al limite, ahaha! Mi piace davvero la commistione delle nostre voci.

“The Melancholy of RC” è principalmente basata sul racconto breve “The Silver Key”. Randolph Carter ha perso l’abilità di sognare che aveva durante la sua giovinezza, ed è depresso per questo… Odia tutti gli uomini perché, a suo dire, è colpa loro se non può sognare più. “When the Stars come right” possiede, secondo me, la migliore atmosfera del disco. Parla di artisti o persone sensibili che pensano che i Grandi Antichi si stiano svegliando… Principalmente è fondata su “The Call of Chtulu” o su altre storie brevi come “The Music of Erich Zann”.

E cosa mi dici del vostro epos di quasi dieci minuti “The Part of them in me”? Un brano davvero significativo!

Grazie! Anch’essa una delle mie preferite. È il primo brano che ho finito per l’album. È fondata su “The Thing on the Doorstep” e “The Shadow over Innsmouth”. Randolpg è abbastanza preoccupato della sua fidanzata, che viene da Innsmouth e comincia lentamente a ‘cambiare’. Lui è ben consapevole della maledizione della sua città, e sa che un giorno lei si tufferà nell’oceano, dove resterà per sempre… Il brano mescola molti stili e influenze, penso sia un buon compendio del disco.

Cosa puoi raccontarmi della scena heavy/prog francese? Ci sono artisti significativi da ricordare?

Sento spesso dire che abbiamo grandi band qui in Francia. E sono d’accordo! Ho già lavorato con il tastierista Kevin Codfert (degli Adagio) e François Merle (dei Manigance) sul nostro precedente disco. Sono stato anche ospite su alcuni album francesi, è stata una grande esperienza. Mi piace l’idea e spero di farlo ancora in futuro, è sempre divertente e interessante conoscere altri musicisti!

Ci sarà un tour ora? Avete già alcuni show in programma? È facile portare la vostra musica sul palcoscenico?

Mi piacerebbe dire così, ma mentre parliamo non c’è nulla di stabilito. Ora il nostro batterista Damien vive a Los Angeles, e al momento siamo un po’ distanti l’uno dall’altro (geograficamente parlando), il che non aiuta! Ma mai dire mai, così vedremo… almeno spero!

Ti lascio come da prassi la fine dell’intervista. Grazie per il tuo tempo e a presto!

Grazie per le tue interessanti domande! Spero che ai vostri lettori piacerà il disco. Potete prenderlo su tutte le piattaforme digitali e in digipack sul nostro webstore: http://www.adarca.com/store. Cheers!

(René Urkus)

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