copcultoffire(Iron Bonehead) Nordico gelo incontra paradisiaci concetti orientali. I cechi Cult Of Fire tornano con il secondo disco, con un titolo che immediatamente spiazza. “Ascetic Meditation of Death” è il signficato tradotto in inglese ma la lingua scelta, anche per ogni singola traccia, è l’Hindi ovvero un lingua del ceppo indoeuropeo parlata prevalentemente nel nord dell’India (statisticamente una delle più parlate a mondo). Un black metal che assorbe la magia e l’atmosfera di culture indiane antiche. Concetti misteriosi, divinità remote, lontane. Viaggi mentali e spirituali lontanissimi dall’ovvio generalmente espresso e diffuso nel nostro continente. Questo impressionante disco racchiude black metal nel senso assoluto del termine, ma con innestata una componente emozionale ed atmosferica alla quale è impossibile resistere. Ed è la dea Kali Ma che domina questi quasi cinquanta minuti di musica intensa, sapientemente mixata e registrata, capace di offrire un ottimo equilibrio tra violenza black e atmosfera profonda che conduce in un costante viaggio di ricerca interiore. Anche nei momenti più brutali certe melodie orientali emergono, si fondono, mutano, muoiono e risorgono nella forma di un concetto nuovo, importante, coinvolgente e drammaticamente magico. La opener “संहार रक्त काली” (“Samhara Raktha Kali”) è un perfetto esempio di intensità e brutalità black metal arricchito di componenti ritmiche e suoni marcatamente diluite in atmosfere, concetti corali e melodie orientali. Ai confini con un black metal più teatrale, quasi cinematografico, l’immensa “अस्तित्व की चिता पर” (“On the Funeral Pyre of Existence”). Le cose iniziano a raggiungere livelli più intimi, complessi e travolgenti con “शव साधना” (“Shava Sadhana”) in quanto la furia del blast beat, la velocità e la potenza del pezzo sono costantemente supportati da una dimensione atmosferica che verso metà canzone prende forma, intensificando la componente ritmica, volgendo il pezzo verso una direzione rituale, prima di una rinnovata violenza finale. “काली मां” (“Kali Ma”) è sublime, superba, grandiosa: un rito magico dedicato alla Dea che diventa potenza musicale immensa, ritmica incalzante, mantenendo idee derivate dal black le quali convengono in una teoria di musica atmosferica irresistibile per livelli di magnetismo e deviazione psichica. Black metal pieno di incantesimi e cose inespresse, nascoste, celate… che con una traccie come “खण्ड मण्ड योग ” (“Khanda Manda Yoga”) raggiugono nuovi confini, assumono nuovi significati, dove i miti descritti nel pezzo stesso e le radici del black metal si fondono dando origine a qualcosa di oscenamente divino, perverso, superiore. Una nuova traiettoria del genere verso orizzonti lontani, nuovi, inesplorati. Suoni che colpiscono con durezza e che sanno far scivolare la mente, rabbia e spiritualità che trovano nuovi punti in comune, rendendo “मृत्यु_का_तापसी_अनुध्यान” un album imperdibile, ben registrato, stupendamente suonato, assurdamente coinvolgente ed indimenticabile.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10