Secondo giorno a Bergen. Ieri ho stretto alleanza con quasi tutti i The Monolith Deathcult per andare a conquistare i fiordi. E così abbiamo fatto!
Siamo qui per il sangue, le chiese in fiamme, i vichinghi ed il black metal… si o no?

Tre ore di nave, nella quale la temperatura in cabina era di 28°C, mentre fuori era tra il frigorifero e l’artico massiccio. Ma essere fuori, nel vento, ammirando il fiordo è un’esperienza immensa.
Se la mia passeggiata sui monti del giorno prima è stata epica ed essenziale per capire certe cose (ve l’ho spiegato ieri), il giro per i fiordi è glorioso. Unico. Panorama immenso, emozione unica… ed il suono del mare ghiacciato con la nave ferma ha un che di spirituale.

Foto: Soundforce Images

Al ritorno dal giretto in barca, un salto di nuovo sul monte Fløyen (gli olandesi non hanno praticamente mai visto le montagne), un pranzo con musica disgustosa (Los Tacos!) e poi tempi tecnici verso la serata.

All’Apollon era la sera del concerto live. Locale stracolmo, nel quale le tre bands non hanno risparmiato nessuno.

Gli Avslut, in pieno face painting, hanno vomitato addosso della gente un black metal old school stupefacente.

The Monolith Deathcult, invece, si sono messi sugli sgabelli. Sembrava uno show unplugged. Hanno preso in giro il pubblico tutta la serata, un teasing costante ricambiato dalla gente euforica. Ma nonostante il concerto “facile”, i quattro sul palco hanno messo in piedi un evento fantastico e a mio avviso uno dei migliori che io abbia mai visto (e vi garantisco li ho visti varie volte!). E i pezzi del nuovo imminente album, dal vivo sono pura devastazione!

Alla fine i Blood Red Throne hanno distrutto tutto: non so come potevano stare tutti cinque sul palco (mini palchetto) e fare tutto quel headbanging, quel casino bestiale… ma anche il pubblico non era da meno ed il locale era letteralmente al limite del tracollo.

Intanto arrivano i Darkend dall’Italia. E si aggiungono al massacro (il loro manager finlandese li stava aspettando… minacciosissimo… con una fila di birre pronte sul banco!).

Dopo lo show e dopo varie scoordinate cene veloci (c’è chi ha continuato a bere, senza cenare, con ovvie e prevedibili conseguenze), finiamo tutti di nuovo al Garage, dall’altro lato della strada. Come il giorno prima i decessi arrivano improvvisi e senza preavviso. Ma io, i Darkend ed un paio di TMDC resistiamo. Il locale è pieno. È veramente pieno di personaggi di tutti i tipi, con musica metal costantemente sparata a massimo volume. E fiumi di birra (alla faccia del costo proibitivo!).

Robin Kok è sempre il solito: ad un certo punto il suo commento di particolare brillantezza ed acuto intuito spiega a noi mortali tutto ciò che dobbiamo (e non vogliamo?) sapere. Con fare profetico dichiara: “È qui dove va la gente famosa? Ah, si, deve essere così perché ci siamo noi, e noi siamo famosi!”

Famosi? Direi di si, visto che tutto ad un tratto arriva una presenza magnetica: Gaahl in persona.

Aveva appuntamento con i Darkend (per le loro collaborazioni)… ma i Darkend erano di sotto (dove si suona) a parlare con altre bands… e quindi il gentilissimo Gaahl attende. Con tranquillità ed infinita eleganza. Mi avvicino, lo saluto e gli riferisco che Animæ dei Darkend era li in giro; lui, cortese come sempre, mi chiede se gentilmente lo posso rintracciare: Gaahl non usa whatsapp, non usa facebook… e ha un telefonino di almeno 20 anni. Lui ama il vino pregiato, ma odia veramente la tecnologia.

Attendendo Animæ, chiacchierando con Gaahl, osservo una scena prevedibile ma comunque impressionante… e userei la descrizione di Michiel Dekker per farvi capire cosa significa avere un personaggio, anzi una entità, come Gaahl nei paraggi: “la gente, i frequentatori del locale, ad uno ad uno si sono avvicinati. Lui inespressivo ma cordiale.” -Michiel lo imita alla perfezione- “La gente quasi con un inchino, quasi volendo baciare la mano, gli rende omaggio… E lui paziente. Disponibile. Sorridente.”.

Ecco. Questo è un altro esempio di Black Metal. E di Norvegia.

Ad un certo punto, non so quando nel mezzo della notte Norvegese, mi trascino a letto. Il giorno dopo mi aspetta la Fantoft Stave Church. Meta praticamente obbligatoria. E le previsioni meteo sono nefaste!

(Luca Zakk)