DEATH SS – “The Entity”
(Lucifer Rising/Self) Quasi cinquanta anni di carriera. Iconici fino al midollo. Tanto underground quanto in qualche modo mainstream. Una manciata di album esemplari. I Death SS. Leggende. Steve Sylvester. (altro…)
(Lucifer Rising/Self) Quasi cinquanta anni di carriera. Iconici fino al midollo. Tanto underground quanto in qualche modo mainstream. Una manciata di album esemplari. I Death SS. Leggende. Steve Sylvester. (altro…)
(Is it Jazz? Records) Qualcuno cantava “They don’t give a damn about any trumpet playin’ band / It ain’t what they call rock and roll”; a quanto pare ai norvegesi Datadyr, esattamente com’era per i Sultans of Swing, la cosa non sembra interessare minimamente, anzi! (altro…)
(Fastball Music / Rockinbear Studios) Primo album per Olav Däumling che punta a creare una trilogia attraverso l’ausilio dei Tarocchi. Una proposta molteplice che vede tra le maggiori ispirazioni Ozzy Osbourne e Black Sabbath nonché Alice Cooper e poi c’è quella sottile eccentricità che rimanda ai (altro…)
(earMUSIC) Non resta che inchinarsi. Mostrare devozione. Prostrarsi. Lui è Sir Don Airey e le sue tastiere hanno da sempre innalzato -e di molto- il livello degli album o dei live di artisti come Deep Purple, Ozzy Osbourne (e tanto per aggiungere mito all’icona, ricordo che c’è Don in tutto “Bark at the Moon”, ma anche in “Mr. Crowley” o in “Crazy Train”), Rainbow, Whitesnake, Judas Priest, Cozy Powell, Gary Moore, Thin Lizzy, Uli Jon Roth, Uriah Heep… e tantissimi altri. (altro…)
(Hammerheart Records) Esordio alquanto grazioso dei Dark Driven, il primo album dopo due anni di piccole pubblicazioni e una militanza parallela o in passato da parte di alcuni, in formazioni come Satanic Slaughter, Höst, Salem. Un trio svedese, con il batterista Nir Nakav di nazionalità israeliana, però anche lui incline alla scuola svedese. I Dark (altro…)
(Go Down Records) Sbaglio o, come mi sembra, dicono che il blues è la musica del diavolo? Perfetto. Loro sono i Diavoli, affermano che il Diavolo ce l’ha chiara… e, ovviamente, cazzo, suonano del maledetto blues. (altro…)
(Coroner Records) Dieci anni per un nuovo album sono un’eternità, ma i Disarmonia Mundi arrivano alla fine del tempo! Il ritorno del duo italiano avviene attraverso “The Dormant Stranger”, ovvero un nucleo di pezzi nella maniera di un melodic death metal agile e dinamico, tagliente e potente. “The Dormant Stranger” nasce sotto l’architettura di (altro…)
(Underground Activists / Season Of Mist) “Shadow Play” è il tredicesimo album dei Drudkh che sono tra le migliori realtà della tradizione black metal ucraina. Ciò che gli ucraini sono stati capaci di fare suonando il black metal è lodevole. Dopo l’esplosione del genere in Norvegia, l’Ucraina è la nazione che ha concretamente prodotto una scena (altro…)
(Scarlet Records) Ormai gli italiani Deathless Legacy hanno raggiunto un livello stilistico maestoso, probabilmente più elevato della stessa band dalla quale si sono fatti ispirare e, ormai, qualitativamente ben superiori ai tanto osannati Ghost, sia per ricchezza delle composizioni, sia per estetica e teatralità. (altro…)
(Noise Appeal Records) Tornano i Dirth Talons con un nuovo lavoro, il seguito dell’interessante disco omonimo del 2023 (recensione qui); la voce sexy della vocalist continua a fare un vigoroso e abrasivo attrito con il sound di derivazione punk della band, dando vita a brani che continuano ad esser impattanti, imprevedibili, tanto seducenti quanto dannatamente esplosivi. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Premetto sin dall’inizio che a me “Game Of Faces” è discretamente piaciuto, trattandosi di un album molto ruffiano, accattivante e pieno zeppo di melodie estremamente catchy, tanto che sono convinto che, non avessi mai sentito prima i Dynazty, con questo disco sarei sobbalzato dalla sedia. (altro…)
(Tricéphale Independent Production) Non c’è pace per gli empi, sicuramente non c’è pace per il Maestro Banchero il quale, dopo 40 anni di intensa carriera sia come musicista, che compositore e pure insegnante, decide di debuttare -di nuovo- con il proprio nome… come se non bastassero gli altri progetti nei quali è il mastermind, Il Segno del Comando in primis! (altro…)
(Agonia Records) Le contorti e sature menti dei Decline Of The I, uno dei nomi più stupefacenti mai uditi negli ultimi venti anni, continuano a partorire mostri e incubi, sogni e delusioni, vaneggiamenti della mente. Il post black metal del progetto francese si sviluppa ancor una volta tra tematiche sonore articolate e tali da accogliere più principi di stile. Tuttavia (altro…)
(Selfmadegod Records) Provengono dal nord della Virginia ma i loro riferimenti sembrano proprio essere ubicati nell’hardcore newyorkese, solo che i Drugs Of Faith accelerano a più riprese e tanto da sconfinare in certi casi nel grindcore. “The Void” è la composizione chiarificatrice di come agiscono queste spinte compulsive. Con soli dieci pezzi (altro…)
(Minotauro Records) I Di’Aul bazzicano nel doom da ben oltre dieci anni e ogni volta con un loro disco hanno qualcosa da dire. Per “EvAAve”, quarto album di una comunque nutrita discografia, i cittadini di Pavia si accasano per la prestigiosa Minotauro Records. Registrano l’album a Bologna e con un’attrezzatura completamente analogica, per produrre (altro…)
(Inside Out Music/Sony Music) Tornano i mitici Dream Theater e torna pure Portnoy, riconfermando una line up storica, leggendaria… la quale forse potrebbe essere superata solo dal un ritorno di Kevin Moore. (altro…)
(Trust No One Recordings!) I Disrupted sono svedesi e chiunque ascoltasse un qualsiasi loro pezzo lo capirebbe immediatamente! Siamo di fronte al tipico death metal nazionale, prodotto e coronato dal celebre pedale HM-2 che rinvigorisce le chitarre, foderandole di questo suono che sembra granito elettrificato. Al terzo album nel segno (altro…)
(Scarlet Records) Nessuna idea su chi siano i Dragonknight e non occorre fare ulteriori indagini, perché se ci si presenta mascherati e con nomi come Lord Gryphon, Lord Kharatos, Lord Solarious, Lord Othrakis, Lord Salo Khan, significa che questo si vuole essere, dei nessuno. Parla la loro musica dunque, fatta con la produzione attenta e levigata (altro…)
(Century Media Records) I favolosi Dark Fortress, fondati da Azathoth e Asvargr, poi capitanati da V. Santura, hanno scritto una pagina stupefacente della storia del black metal, sia quello melodico che quello più evoluto e progressivo. (altro…)
(Metal Blade Records) Trovo doveroso partire con una premessa: se un singolo brano è ben poca cosa per poter avere un quadro completo sullo stato di ispirazione di qualsiasi band, questo vale ancor più per un artista come King Diamond, il quale da sempre ci ha abituati a concept album dalle trame piuttosto complesse, dove la musica e la storia narrata vanno indissolubilmente a braccetto. (altro…)
(Personal Records) In circolazione da circa un anno, con all’attivo solo un EP e dei singoli, debuttano finalmente i doomsters brasiliani A Dead Poem, un duo dichiaratamente ispirato a Katatonia, October Tide, e vecchi Paradise Lost, tuttavia capace di iniettare nel sound un tocco molto personale per dare vita alla loro idea di melodic death-doom metal. (altro…)
(Emanzipation Productions) Audace e brillante death metal proposto dai Detest, danesi e al secondo full length, nel quale però presentano il genere attraverso la commistione del thrash metal nelle maglie dei pezzi. Audace perché “A World Drowning In Detest” offre si elementi old style ma attraverso una produzione ben calibrata che lascia schioccare (altro…)
(Selfmadegod Records) L’etichetta polacca Selfmadegod offre spazio ai galiziani JM Dopico e Avelino Seavedra, i quali provengono da un retroterra crust e hardcore ma non solo. Avelino Seavedra, batterista, possiede anche esperienze jazz e addirittura di musica latina e world music. Con Dopico, chitarra, basso e voce, creano la giusta reazione (altro…)
(Gates Of Hell Records) Il ‘true heavy metal’ germoglia a Detroit ma non da oggi. Infatti i Demon Bitch si formano in quella città nel 2011 e da allora hanno pubblicato un po’ di cose ma in particolare solo due album. Proprio “Master of the Games” è il secondo e manifesta un puro heavy metal, nella sua forma più classica con diverse parti dove chitarre (altro…)
(Unholy Conspiracy Deathwork) È “Moritat” l’ultimo album dei Der Rote Milan, il seconod in carriera, ed è stato pubblicato nel 2019. Da allora la band tedesca ha pubblicato un EP nel 2020 e ora questo “Schlund”, il quale confeziona poco oltre 22 minuti di black metal dalle tinte fosche, nelle quali le chitarre fraseggiano trame, melodie letali e oscure (altro…)
(Naturmacht Productions) Il black metal epico e storico degli italiani Dewfall continua a crescere a livello i energia, di emotività e, soprattutto, di qualità. (altro…)
(These Hands Melt) Album di debutto per Drownship, formazione tedesca con un EP all’attivo, nata nel 2018 per mano di musicisti facenti parte della scena post metal locale, avendo essi militato in formazioni come Ophis, Todtgelichter e Caleya. (altro…)
(Massacre Records) Una band mai troppo uguale a sé stessa, invischiata appunto nella bramosia di toccare più stili, derivando il proprio suonare da cose anche lontane tra loro. Gli spagnoli Dark Embrace si presentano con un nuovo album che non tradisce questa loro voglia così famelica, sincera e in fin dei conti ben controllata di essere così (altro…)
(Season Of Mist) Ci hanno fatto aspettare quattro anni per una nuova mazzata, riflettendoci su però è comprovato che i Defeated Sanity dopo avere pubblicato album ogni tre anni, proprio dall’ultimo “The Sanguinary Impetus” i mostruosi macellai del death metal erano già passati a quattro anni d’intervallo tra un lavoro e l’altro. Poca importanza, il (altro…)
(Selfmadegod Records) I Deivos sono una mazzata sui denti, né più né meno. Una violenza calcolata, cinica e spietatamente lucida. Un atto di death metal estremo, portato a un livello tecnico importante ma agile e dinamico. “Apophenia” si scatena attraverso circa trentaquattro minuti con ampie fasi prevalentemente basate sulla velocità, pur con (altro…)
(Steamhammer / SPV) Nato nel 2007 da una costola dei Visions Of Atlantis e con il nome The Dragonslayer Project, il combo viennese Dragony pubblica il suo quinto full length in studio nuovamente attraverso un’etichetta tedesca. Il precedente album del 20121” Viribus Unitis” è stato pubblicato con la connazionale Napalm Records, mentre i lavori (altro…)
(Peaceville) No, non avete letto male il nome. Questi non sono i Dødheimsgard, bensì i Doedsmaghird… il nuovo progetto solista di Vicotnik, il mastermind e frontman dei Dødheimsgard! Con lui Camille Giraudeau, polistrumentista francese (Dreams of the Drowned, Veule) nonché chitarrista live dei… Dødheimsgard! Ma allora, qui c’è la tessa gente, il nome è quasi uguale… come sarà la musica? Bella domanda. (altro…)
(Punishment 18 Records) Con “Spread Your Wings” i Drakkar confermano di amare le cavalcate fulminanti, veloci, magari anche un tantino irruente, come nella coppia di apertura dell’album rappresentata da “Thunderhead” e la title track. Uno stile non manchevole di potenza dunque però con un suo equilibrio. Il power metal dei Drakkar è (altro…)
(Osmose Productions) Tre album in tre anni e tutti di ottima fattura: “Allégeance” nel 2021, QUI recensito, “Par Le Feu” dello scorso anno e QUI recensito. “Irrévérence” a questo punto segue il solco tracciato dai suoi predecessori, ovvero riff poderosi ma tanto epici, ritmiche distruttive, ossessive e marziali. Vi è in “Irrévérence” una grandiosa (altro…)
(Iron Bonehead Productions) Dai Paesi Bassi debutta questa entità che troneggia nel più remoto regno delle tenebre: finora solo un EP (recensione qui), il quale mise subito in chiaro la devastante e violenta potenza della quale questa band è capace. (altro…)