(Nordvis Produktion) Pura e devota invocazione di energia primordiale con questo debutto della svedese Linnea Hjertén, un album che rappresenta una fusione ultraterrena di folk etereo ed ambient rituale progettata per alimentare una esperienza sonora meditativa. Ciascun brano è un’esperienza sempre più profonda, sempre più rituale, sempre più deliziosamente tribale, dentro quel cerchio infinito che rappresenta l’inevitabile morte e la conseguente fioritura della nuova rinascita. Tracce di una bellezza oscura che ricordano Dead Can Dance, ma anche Sigur Rós. Il minimalismo e quell’inconfondibile magia nordica, capace di creare un’atmosfera sulla scia dei compagni d’etichetta Forndom (ed infatti Ludvig Swärd è ospite con samples e altre registrazioni). Una estensione sonora della pratica spirituale più intensa, profonda, incantevole, con l’artista che apre le porte del suo privato santuario, accogliendo l’ascoltatore in un’estasi intima irresistibile.

(Luca Zakk) Voto: 8/10