(My Kingdom Music/Audioglobe) L’album “Lingvist” è un debut per un duo formato da Erik Unsgaard (Sarkom) e Uruz (Urgehal), rispettivamente autore, chitarrista e voce, solo batterista il secondo. I So Much For Nothing con l’opener “Suicide Syndrome” si muovono nel terreno ghiacciato del black metal, ma con toni decadenti, infarcendola di un assolo conclusivo quasi dal piglio rock, di Peter Huss (Shining). A proposito, nell’album ci sono diversi contributi esterni, come Seidemann (1349), Aethyris McKay (ex-Absu) e altri. “One Last Night” giochicchia su un mid-tempo, sembra più un doom sinfonico e ha un andamento in crescendo che arriva fino al black, ma alla fine non punge. “Perfect” è costruita su un riff elementare, ma ha un clima tutto diverso dai precedenti pezzi: l’atmosfera sa di moderno, in una chiave gothic. Segue “Suffer in Silence”, forse il brano con davvero qualcosa nel suo contenuto. Archi, chitarre notevolmente più rozze e un climax continuamente storpiato da momenti stilistici altamente drammatici. “My Precious” ripesca il concetto sperimentale e moderno, con le chitarre che dimostrano più personalità. La title track si fa notare più per il controtempo del drumming di Uruz che per le diverse ideazioni di Unsgaard, ma i suoi 6′ sono eccessivi. “New Life, New Beginning” chiude l’opera, facendolo con decadenza ed eccentricità grazie a dei fiati e un’esile elettronica che rinvigoriscono un black ‘n roll drammatico e depresso ma non incisivo; poi quando poi qualcosa sta per succedere…perché tagliare quell’assolo finale? L’apprezzamento a voler sperimentare e allargare i confini espressivi dei So Much For Nothing è lodevole, però la sostanza la si riscontra in soli tre pezzi, mentre il resto scivola via senza eccessivi sussulti.

(Alberto Vitale) Voto: 5,5/10