copsoulstorm(Full Blast Records) I canadesi Soulstorm non realizzavano un album dalla metà degli anni ’90, dopo di allora uno split, un singolo, un EP e niente di più. Queste dieci canzoni sono l’espressione di un death metal fuso con l’indstrial e il sound che ne nasce è oscuro e malsano, fatto di richiami a Godflesh (“Catalyst Rising”) e alle sonorità di un death metal di tipo old schol. Nel complesso l’album ha dei momenti che segnano il passo, anzi sono proprio le iniziali “Soulless” e “Interwoven” che al di là dell’interessante sound ibrido tra i suddetti generi, poco hanno da offrire. La title track si rivela accattivante anche grazie all’appoggio di un synth, cosa che si ripete in “Plague of the North Winds”, una canzone molto imponente. Da citare anche la sulfurea e doom/sludge “Descent into Desolation” e “Control.Suppress.Deny” che ha una partenza che rievoca gli scenari alla Celtic Frost di “Into the Pandemonium”, ma la canzone supera di molto gli 8′ e di conseguenza quelle atmosfere tendono poi a smontarsi. Interessante anche il reiterare del riff di “Kingdom of the Rats”. Per il resto i Soulstorm restano ingessati in questo sepolcrale e monolitico sound. La voce filtrata di Nick Sagias (fondatore, chitarra, basso ed ex Overthrow e Pestilence) contribuisce a creare l’atmosfera malata, costruita con l’aiuto di Shawn Stoneman e Chris Mezzabotta (chitarrista e batterista, due ex Woods of Ypres) e Bryan Mellon (chitarrista, dei Wetwork). I Soulstorm sono adatti per coloro che amano sonorità di tipo ossessivo, dal sound monolitico e con poche variazioni. La fusione tra stili e generi ha un risvolto interessante, mancano solo dei riff più suggestivi e con melodie inquietanti e serrate, anziché solamente possenti e sepolcrali.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10