(Go Down Records) Guardi le foto di questo duo italiano e non puoi non pensare ad una versione rockabilly post apocalittica di, che ne so, dei Roxette magari! E poi, quando premi play ecco che quel rock’n’blues ti annienta con le sue perversioni alternative a tratti assurdamente surreali! Già si instaura un’atmosfera a-là ZZ Top in overdose di blues & Soul con la penetrante opener “Divine Is the Illusion”… e con questo, inutile negarlo, tutto sembra andare dannatamente bene. “Killer’s Kiss” inizia a farsi più pulsante, più d’attacco, più arrogante, con quel groove che risveglia anche i morti… morti che non possono non muoversi come zombie inferociti sulle note di “Mr Hot Stuff”. E, fin qui, tutto sembra andare ancora alla grande. Si rivela lasciva “Big City Lights”, impenetrabilmente oscura ma pregna di un sublime romanticismo decadente “Til Life Do Us Part”… confermando ancora una volta che tutto pare filare liscio… poi però ti arriva sui denti “Roar II”, una cazzo di canzone punk & blues esplosiva, deflagrante, lacerante… ma dannatamente ipnotica e violentemente magnetica! Le cose vanno ancora bene? Ossa rotte a parte, si, vanno benissimo… e quello era solo il riscaldamento prima dell’altro evento tellurico chiamato “Shake ‘em”! Bang! E poi, come d’incanto, tutto torna tranquillo, torna a terra, torna nello scenario southern e polveroso di “Teddy Girl Boogie”, rotolando già nell’elettricità statica di “The Last Rebel”, prima del rock tetro della favolosa e conclusiva “Horror and Desire”. Sono essenziali, trasmettono una purezza destabilizzante e cinicamente primitiva. Sono tanto blues d’annata quanto modernità anni ’80, sono tanto luminosi quanto in bianco e nero, maledettamente tetri e insofferenti nei confronti dell’umanità; sono una romantica celebrazione del peccato, del sesso, e di tutto quello che viene ritenuto proibito. Si, certo, poi c’è anche il Diavolo… ma a loro importa poco, in quanto, per tutti i demoni degli inferi, loro sono loro… i The Devils!

(Luca Zakk) Voto: 8/10