copvoyag3r(Autoproduzione) Sono di Detroit e sono in tre a suonare chitarra, batteria e sintetizzatori e manco moderni. Il sound che sprigionano in questo 7” è qualcosa che raggruppa più sfumature, ma è dominato da caratteri musicali derivati dalle colonne sonore di film di fantascienza, horror e anche d’azione, tutti rigorosamente anni ’70. Non si trovano briciole di modernità e infatti la melodia di “Victory in the Battle Chamber” mi ricorda le sonorità di Dave Carpenter e la chitarra ha qualcosa di David Gilmour o comunque quello stile languido. L’altro pezzo, “Hunted Becomes Hunter”, vede un drumming più vivace, anch’esso molto simile allo stile selvaggio della decade summenzionata. Un po’ Mitch Mitchell. La chitarra tesse un refrain che viene diluito per tutto il tempo. Poi ci sono i synth, imperatori di sonorità impolverate dal tempo, ma sempre di forte impatto. Nel primo brano l’incipit ti ricorda “Fuga da New York”, qualcosa vagamente alla J.M.Jarre, ma alla lontana, invece nello sviluppo non può venir meno un Claudio Simonetti, soprattutto quando le note diventano un po’ più sinistre. Nel secondo pezzo invece siamo in un brodo tra funky, jazz e rock sbucciato dalla sua scorza ruvida per offrire un fraseggio generale che ci starebbe bene in qualsiasi inseguimento di un’auto di malviventi da parte della polizia. Immaginate o ricordate quelle riprese dall’abitacolo, da fuori, dalla macchina dei cattivi, da quella dell’ispettore e poi gli spari, le virate e tutto il resto, nei polizieschi italiani anni ’70? Ecco, bravi. Quello è il clima ideale per “Hunted Becomes Hunter”. Poco più di 8′ questo singolo, ma è incredibilmente agile, fresco e ben suonato che adesso c’è solo da sperare che i Voyag3r si sbrighino a realizzare un’altra pubblicazione.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10