Una serata dedicata al doom e alle sue declinazioni più pesanti è andata in scena al Dedolor Music Headquarter di Rovellasca, grazie alla collaborazione fra MetalMorphosis, Morrigan Promotion e la giovane realtà Weird Creatures.

L’affluenza, va detto, è stata inferiore alle aspettative: pubblico ridotto, ma coinvolto e attivo, con un clima familiare che ha permesso alle band di esibirsi senza pressioni, dando il massimo.

ABYSSIAN

Ad aprire le danze una delle proposte più affascinanti della serata: gli Abyssian. Il progetto di Roberto Messina (ex Sinoath) porta con sé un doom dalle tinte esoteriche, sospeso tra antichi miti, civiltà sommerse e suggestioni sumere. L’introduzione “Godly” prepara il terreno a un viaggio sonoro avvolgente e spirituale, seguito da “Neanderthal Sands” e “No Place for the Heart”, brani che si muovono tra lentezza rituale e visioni cosmiche.

Il momento più toccante arriva con “Let Me Die Under The Stars”, emotiva e malinconica, mentre “Black Rainbow” e “As the Sun” chiudono un set elegante e ipnotico, capace di trasportare il pubblico in un’altra dimensione.

Scaletta: Intro Godly • Neanderthal Sands • No Place For The Heart • Let Me Die Under The Stars • Black Rainbow • As The Sun

THEDUS

I Thedus portano sul palco un sludge doom strumentale cupo, lento e pesante, debitore delle sonorità anni ’90. Sin dall’apertura con “Forest”, la band costruisce un muro sonoro denso e avvolgente. Il pubblico ascolta concentrato, lasciandosi trascinare da dinamiche lente e da una buona cura dei dettagli.

Il viaggio cosmico di “The Dark Matter of Ten Thousand Galaxies”, seguito da “Regression” e “Black Star”, mostra una band sicura, che si affida completamente alla forza dei riff per comunicare. Una prova solida, apprezzata dai presenti.

Scaletta: Forest • The Dark Matter of Ten Thousand Galaxies • Regression • Black Star

CIRCLE OF WITCHES

A chiudere la serata, i veterani Circle Of Witches, veri officianti di un rito che dura ormai da vent’anni. La band irrompe dopo l’intro “Cult of Baphomet”, trasformando il Dedolor in una piccola cattedrale del peccato. Il pubblico risponde con entusiasmo mentre si susseguono brani di grande impatto come “Tongue of Misery”, “The Black House” e la sempre trascinante “Giordano Bruno”.

Alla band basta poco per conquistare la sala: presenza scenica magnetica, groove sabbathiano e un frontman capace di guidare il pubblico come un vero celebrante. Il cuore dello show pulsa forte con “Going to Church”, “Hell ’n’ Roll” e la possente “Death to the Inquisitor”, fino ad arrivare alla cavalcata finale “You Belong to Witches”, che chiude un set energico, compatto e coinvolgente.

Un’esibizione che conferma i Circle Of Witches come una delle realtà heavy doom italiane più solide e travolgenti.

Scaletta: Cult of Baphomet (intro) • Tongue of Misery • The Black House • Giordano Bruno • The Oracle • First Born Sinner • Going to Church • Hell ‘n’ Roll • The Punishing • Death to the Inquisitor • Spartacus, Prophecy of Riot • You Belong to Witches

 

Serata sì poco affollata, ma ricca di sostanza, dedizione e partecipazione autentica. Le tre band hanno dato tutto, senza risparmiarsi, e il pubblico — seppur numericamente contenuto — ha dimostrato di essere lì per la musica, quella vera, che vive sottopelle.

Un evento che conferma ancora una volta la vitalità dell’underground italiano, capace di trasformare una sala raccolta in un tempio di acciaio e incenso doom.

(Jennifer Badalotti)