(Planet Book) Un confitto spirituale. Un libro contorto, un non libro, un racconto cronologicamente assurdo. Un testo che parte come romanzo per poi evolversi a testo ‘sacro’, con un sapore biblico, inneggiando e venerando l’unica forma di astrazione divina reale, ovvero l’arte in tutte le sue forme ed espressioni. Ma l’arte è sofferenza, è dolore, è frutto di turbinii interni che possono portare all’instabilità mentale o a una creatività esplosiva. Ed è qui che si materializza Edward J. Freak, il quale non è solo un musicista (frontman dei Superhorror), ma anche uno scrittore che riversa in parole tutta la sua immagine bizzarra, quell’immagine e quell’essere interiore che affiora dai dischi e dai concerti. “Il Nuovo Testamento Artistico” provoca. Sconvolge. Destabilizza. Un’autobiografia che è la biografia di ogni mente pensante. Quasi come se l’autore manifestasse una diabolico desiderio di trascinare dentro le sue psicosi il povero lettore. L’intera vicenda è prima ubicata nello spazio tempo, poi nei sogni ed infine in una meta-realtà indefinita, tanto reale quando astratta. Una vicenda tortuosa che cambia spesso ritmo e punto di vista. Anzi c’è una dualità espressiva, tanto che l’autore scrive e poi giudica se stesso, anche anticipando le critiche a certe scelte stilistiche che il lettore viene forzato a fare: una certa espressività ‘Dantesca’ che appare un po’ pesante e forzata viene additata dallo scrittore stesso, il quale sembra entrare ed uscire costantemente dal personaggio, saltellando oscenamente tra le dimensioni, distaccandosi dalle pagine per sedersi a fianco del lettore… confrontandosi, confortandolo, anche offendendolo, pure deridendolo… prima di scomparire e riemergere nuovamente tra le pagine del romanzo. Dopo tutto è una storia nota: un artista qualsiasi si trova confinato ai margini di una scena artistica la quale viene giudicata da mortali senza creatività, pesando ogni opera con un valore sostanzialmente economico. Ma l’arte ha veramente un valore? Un vero Dio ha un valore umano, materiale…economico… o quel suo valore è stabilito solo da demenziali culti che si appropriano indebitamente dell’essenza di un qualcosa di superiore solo per soddisfare patetici bisogni terreni? Un labirinto letterario. Il caos mentale di un artista spiegato in forma artistica: un traguardo impensabile se consideriamo che ogni opera d’arte (una canzone, un dipinto, una scultura….) è solo la punta di un iceberg emotivo, è un semplice dettaglio che emerge dal caos primordiale dell’arte per mettersi in mostra e ricevere banali giudizi legati al piacere personale dell’osservatore. Se cercate un libro facile, scorrevole, una lettura da spiaggia… forse farete meglio a cercare altrove. Esistono altri libri o, se non vi interessa aprire gli occhi, esiste la televisione. Se invece vi volete incazzare, scontrare con voi stessi, cercarvi tra le pagine ipotizzando con prepotenza di esserci o meno, allora questo romanzo ambiguamente spirituale potrebbe essere il libro che stavate cercando. Il libro che finalmente è riuscito a trovarvi.

(Luca Zakk)