Sveglia all’alba e via di corsa per non perdere il treno, poco più di due ore per arrivare da Roma a Bologna col cuore in gola. Sorrisi, tutta la città si era tinta dei colori della band che aspettavamo da due anni con il biglietto conservato nel cassetto. Una carovana di gente in fila già dalla sera prima alle porte dell’Arena Joe Strummer, dove si sarebbe dovuto tenere il concerto degli Iron Maiden.

Ci uniamo alla coda, e in pochi minuti riusciamo ad entrare. Ad accoglierci per primo è il sole, un caldo terrificante che ci ha perseguitati sin dalla partenza. Dentro l’area festival non ho avuto dubbi su quello che il Bologna Sonic Park avrebbe potuto offrirci, reduce poi di altre entusiasmanti edizioni. Stand ben organizzati e distribuiti, personale sorridente e adeguatamente preparato, file immense smaltite con estrema velocità, punti di ristoro posizionati strategicamente per fare in modo che nessuno spazio dell’arena rimanesse scoperto. Ottimo, quando si parla di decine di migliaia di persone da soddisfare , è fondamentale dare a tutti la possibilità di non stressarsi spostandosi freneticamente da un posto all’altro.

Acquistiamo il nostro bicchiere vuoto, che ci permetterà di bere acqua gratuitamente tutta la giornata, a disposizione nelle apposite fontane: un’intelligente iniziativa plastic free che non ruba i soldi come in altri eventi, e non produce rifiuti.

L’arena è già colma alle 17, il sole continua a bruciare ma i ragazzi dello staff rinfrescano con getti di acqua fresca la folla. A pochi minuti dalle 18.00 ci avviciniamo al palco che ci rimane comunque distante perché hanno distribuito i bracciali del Pit solo ai primi 4000 arrivati. Decidiamo quindi di salire sulla collina, dove dall’alto la vista è comunque ottima.
Puntuali, fanno il loro ingresso sul palco i tedeschi Lord Of The Lost che senza timidezza accendono il pubblico già caldo, di sicuro la loro fama non li precede ma è stato un piacevole ascolto. Dopo un ora di musica ben eseguita, il palco si prepara per gli Airbourne che con la loro solita follia da rock ‘n’ roll, ci hanno trascinato con il cuore in gola fino alle ultime note di ogni pezzo. Adrenalinici, divertenti e coinvolgenti come in ogni esibizione, ma con un pizzico di brio in meno rispetto alle performance degli anni passati. Al pubblico comunque non è sembrato importare più di tanto, c’era tutto quello che bastava per caricarsi ed esplodere una volta arrivati gli Iron Maiden.

Cosa che purtroppo non è mai accaduta.

Era tutto pronto, il palco montato, il video pre concerto caricato sui maxischermi, i cori instancabili e sempre più forti a dimostrare lo strazio dell’estenuante attesa lunga quattro anni dall’ultima data Italiana al Firenze Rock 2018, quando il cielo si è improvvisamente incupito. La temperatura è scesa repentinamente, pioggia fitta e gelida, vento e fulmini ci avevano mentalmente catapultato nella copertina di “Brave New World”.

Ma i fan dell’heavy metal non si spaventano difronte a un po’ di pioggia, nella nostra testa sentivamo il sangue pulsare fuori dalle vene, dovevamo, avevamo bisogno di “far uscire la bestia” e lanciarla danzare verso il palco sulle note degli Iron.

Purtroppo le condizioni meteo sono peggiorate e la protezione civile ha deciso di dover annullare l’evento, lasciandoci esplodere solo di dispiacere.

Sinceramente, chiunque abbia vissuto il momento non sarebbe in grado di dare un parere oggettivo sull’accaduto. Tutti siamo stati vittime di una delusione che ci ha indotto a distorcere la realtà per l’enorme carica emotiva da cui siamo stati travolti. Tutti sembravamo avere soluzioni all’imprevedibilità degli eventi, ma la realtà è che avremmo voluto resistere a tutti i costi per vivere ancora la semplice e pura emozione della musica live.

Con la morte nel cuore, ci siamo ritrovati in pochi minuti fuori dall’arena, dove le nostre lacrime di gioia si sono trasformate in lacrime di disperazione confondendosi con la fitta pioggia.

L’unica certezza è che questo evento ha comunque scritto la storia. Rob Smallwood, lo storico manager della band, ha dichiarato “see you next year”!
Nella speranza di godere il doppio, dobbiamo aspettare con pazienza il tour del prossimo anno. Intanto, entro il 7 agosto è possibile richiedere il rimborso monetario del prezzo del biglietto sul sito di TicketOne QUI.

(Simonetta Gino)

Il comunicato della band redatto dal manager Rod Smallwood:

«Io e la band siamo estremamente dispiaciuti per non aver potuto suonare di fronte ai nostri fan a Bologna ieri sera. Mentre le condizioni del meteo peggioravano, gli organizzatori sono venuti da noi per condividere la preoccupazione per la sicurezza di tutti in merito alla possibilità di svolgere comunque lo show in queste difficili condizioni. E stato fatto tutto il possibile ma alla fine è stata presa la decisione di cancellare l’evento per motivi di sicurezza, annunciandolo dal palco. Devo dire che sono completamente d’accordo con questa decisione che trovo molto responsabile, considerando i fulmini e i fortissimi venti che si stavano abbattendo sull’area. Amiamo esibirci in Italia e l’ultima cosa che avremmo voluto accadesse è proprio dover essere costretti a non suonare. Ci dispiace moltissimo per tutti i nostri fan che erano venuti a vederci. Capiamo e condividiamo la loro frustrazione. Non è possibile, purtroppo, riprogrammare questo concerto ma promettiamo ai nostri fan italiani che torneremo il prossimo anno.»