fotoMarduk0“Un Gran Bel Putiferio” è la frase espressa dal gestore del Colony di Brescia, con fare profetico, 4-5 giorni prima dell’evento, quando già doveva fare i conti con l’organizzazione e si prevedeva un afflusso sul tosto pesante.

Previsione azzeccata. Una serata poderosa!

Andare al Colony ormai è come andare al Bar giù nella piazza del paese: si vedono gli stessi devastati (ormai c’è gente che vedo SOLO lì dentro), lo stesso banchetto dei CD, la stessa (per fortuna!) gente al banco abbeveraggio. La stessa Guinness.

Se penso a qualche anno fa, quando era tutto un casino, quando questo posto lo chiudevano e riaprivano secondo gli umori di pochi dementi politici locali. Che cazzata. Servirebbe un Colony ogni quattro o cinque milioni di abitanti: ci sarebbe meno disoccupazione, più concerti, più gente felice, più svago.
Con un calendario 2015 che proibisce le ferie lontane dal locale, uno dei tanti mega eventi ha proposto come headliners gli svedesi Marduk con tutto il loro putrido e avverso black metal.
E’ la serata giusta, quel tranquillo sabato sera rilassante da pantofole che aspettavo con ansia, tanto per scollarmi di dosso la settimana di lavoro. I Marduk, poi, si portano appresso dei simpaticoni -anche loro molto devoti al signore- che all’anagrafe si chiamano Belphegor.
E tanto per non fare quei concerti da centro città, dove l’headliner finisce alle dieci di sera come un telefilm in prima serata, vengono piazzati in apertura altri due act, sempre molto puri e pìi: gli italiani Krysantemia e i francesi Bliss of Flesh. Un anteprima di marciume latino prima della devastazione germanica.

liveMarduk4Arrivo non prestissimo, e PRIMA di entrare nel locale trovo vari personaggi loschi di mia conoscenza che mi intrattengono; poi passo in sessione coda biglietti, arrivo, passo, giungo al bar, ordino 2 o 3i panini -muoio di fame- voglio ed esigo la Mia Guinness… e praticamente mi perdo i Krysantemia. Per fortuna sono una band che posso vedere nei dintorni… ma a giudicare dal livello di anti cristianesimo palpabile nell’atmosfera i ragazzi non devono aver fatto brutta figura.

Mi sorprendono poi i Bliss of Flesh dei quali ignoravo l’esistenza: un black potente, catchy, diretto, forse semplice ma maledettamente efficace, uno show che tiene il pubblico attivo, una setlist che entra in testa e fa venir voglia di prendere il disco.

Prima del terzo concerto inizia la solita esibizione corale black: file di bestemmie accolgono l’ingresso degli austriaci Belphegor. Un tantino statici sul palco, offrono uno show basato sull’immagine dissacrante del leader, capace di impersonare le entità oscure evocate con la loro musica. Il pubblico è caldo, osanna i Belphegor, bestemmia dio, adora satana e si prepara per gli headliners.

liveMarduk10I Marduk non hanno bisogno di presentazioni. Sono feroci, brutali e… superbamente antipatici!
E con gli anni, sarà l’età, sono diventati ancor più scorbutici, molto più stronzi. PERFETTO!

Ricordo li vidi anni fa durante il tour di “Rom 5:12”, album che tra l’altro adoro. Dopo lo show apparirono tra la gente, ovviamente molto incazzati, non certi amichevoli, ma in un certo senso disponibili. Almeno con qualche super gnocca erotic-gothic-black, sembravano avvicinabili. Ma con il tempo, e con i dischi, hanno incupito la loro immagine, rendendosi non solo tetri, ma anche irraggiungibili. Ed antipatici. Crudeli.
E questo lo trovo fantastico!!!!
L’ho già detto in altri testi: in questi anni tutto è un po’ una farsa. La rockstar che una volta -con un po’ di fortuna- vedevi per un nanosecondo a meno di 5 metri di distanza (poco prima di essere spazzato via dagli energumeni della security) non esiste più. Ora è tutto social, tutto connesso. Il primo coglione con un computer riesce a contattare la rockstar, il violentissimo personaggio oscuro, l’entità perversa appartenente alla dark side dell’immaginario collettivo.
Io, un altro coglione con il computer (come voi che mi leggete, aggiungerei) avevo provato a chiedere al gestore del Colony se riusciva a mettermi in piedi una mezza intervista con i Marduk. La sua risposta è stata un qualcosa che suonava come un “prova a chiederglielo tu… e tanti auguri”.
liveMarduk8Eh si, io già lo sapevo, ci ho solo provato. Ma con i Marduk è così. E deve essere così.
Quindi quando si sono rotti il cazzo di suonare, raggiungendo l’ultima traccia della setlist, ovvero “Sulphur Souls”, se ne sono semplicemente andati. Niente encore. Pochi saluti.
Sono seguite bestemmie (nulla di strano) e fischi del pubblico. Ma i Marduk se ne sono fottuti. Loro sono fatti sono così.
Se non ti piace come si propongono, beh, ci sono centinaia di pub che fanno suonare cover band di vasco ogni sera… e li se lo chiedi, ti fanno bis, tris e pure il contorno.

liveMarduk11Ed io ero li, tra le transenne ed il palco. Mi godevo questo spettacolo dalla “terra di mezzo”, un misto tra posizione della band e del pubblico. Che poi li al Colony ti fai amici pure quelli della security.
Wow. Da quel mio favorevole punto di vista sentivo una pulsazione diversa, unica, particolare… quell’energia che durante un concerto unisce il pubblico con i performer. Quella energia che in posti come questo aumenta di intensità, di calore, di percezione.
Per un’ora i quasi cinquecento presenti ed i quattro della band sono stati una unica cosa.
liveMarduk9Io, davvero, adoro questa sensazione quando vado ad un concerto. Non mi stanco mai di godere di questa energia, che non trovo assolutamente ripetitiva. Poi in casi come questi è stata decisamente superlativa.

(Luca Zakk)

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