(Tpic Editions Autoproduzioni) Questo volumetto è parte di una collana chiamata Inchiostro Sprecato, la quale raccoglie opere di artisti noti della scena rock, metal e punk tricolore. Un’idea nel rispetto del DIY nata da Paolo Merenda, Fabio di È Un Brutto Posto Dove Vivere e Marco TPIC Editions.

La storia è narrata è quella di un concerto dei Raw Power al mitico CBGB di New York. La narrazione è per mano di Mauro Codeluppi, cantante del gruppo e fratello di Giuseppe, uno dei fondatori anche se Mauro nella band vi partecipa a periodi sin dagli albori. Mauro, a detta di Paolo Merenda che ha curato una postfazione al volumetto, è solito raccontare aneddoti sulla vita dei Raw Power ai fans tra una birra e l’altra. Eventi tragicomici, situazioni grottesche ma sempre volte a strappare grosse risate agli ascoltatori, perché Mauro è un oratore carismatico. In poche pagine c’è questo dettagliato resoconto sulla band che parte da Bologna e arriva a New York con scalo a Bruxelles. L’arrivo in albergo, tre camere prenotate dal CBGB, la ricerca di un bicchiere di ristoro, i giri per la città. La sera successiva i Raw Power sono al locale newyorkese per vedere i Gorilla Biscuits, ma la band di Anthony Civarelli suona solo il pomeriggio, mentre l’esibizione serale è annullata. La sera dopo è quella dei Raw Power che arrivati al CBGB nelle ore antecedenti al concerto, incrociano gente e fanno conoscenze. Mauro chiede a Lupus, chitarrista (scomparso esattamente dieci anni dopo Giuseppe), di quel grosso tizio che lo ha riempito di complimenti, che gli ha detto che la band è nata grazie ai Raw Power e così via. Un volto cremante familiare ma impossibile da mettere a fuoco per Mauro. A Lups dice «ma quello lì… chi cacchio è?». Lupus non può che aggrottare le sopracciglia e dirgli «Ma Mauro, cazzo, sei serio? Non hai riconosciuto Phil Anselmo!». Ecco le situazioni di Mauro che ti strappano sorrisi e le valuti incredibili. Anselmo è al locale insieme agli Eye Hate God per suonare prima dei Raw Power. Con Mauro Anselmo chiacchiera molto, di tutto. Risulta amichevole e non una rockstar e tanto da volere dare il proprio numero di telefono, quello privato, a Mauro per «così possiamo sentirci ogni tanto, come fa un vecchio amico». E poi… poi leggetevi questa quindicina di pagine, tra copertina, introduzione, racconto e postfazione, per sorridere ancora, soprattutto per respirare l’aria di una band che è un simbolo. Il racconto è lo spunto per quel numero di telefono che Phil Anselmo porge a Mauro Codeluppi.

(Alberto Vitale)