copjohannmerrich(Auditorium Edizioni) Prendete il mondo della musica elettronica e guardatelo al femminile. Voglio dire, prendete Lady Ada Lovelace e i suoi algoritmi (oltre alla sua dipendenza dall’oppio, così rendiamo la cosa vicina alla routine musica-droga), prendete un musicista che realizza la colonna sonora per “Arancia Meccanica” e successivamente diventato una musicista, con tanto di cure ormonali e operazione. Kubrick, il regista del film, dirà poi “potevi entrare in studio completamente nudo che lui non se ne sarebbe neppure accorto, tanto era preso dal lavoro”, cito a memoria. Prendete Teresa Rampazzi che a Padova, nel cuore della notte e tra la neve, prende un filobus fuori servizio, attacca l’asta dei fili alla corrente e riporta a casa John Cage, dopo che i due ed altri avevano assistito ad un concerto a Milano. Prendete Laurie Spiegel e la sua musica incisa su un disco d’oro che se ne va in giro nello spazio nella sonda Voyager. Prendete le donne e raccontatele per descrivere la musica elettronica, questo è ciò che Johann Merrich (è uno pseudonimo) ha fatto con il libro “Le Pioniere della Musica Elettronica” e non solo per descrivere la musica elettronica, ma anche le tecniche d’incisione, composizione, costruzione ed evoluzione degli strumenti, avute nel tempo sotto la spinta evolutiva di mani e cervelli femminili. La Merrich parte dal presupposto che la musica elettronica sia un mondo maschile, forse sessista, e per tanto porta alla luce i meriti di tante donne “tecnologiche”, matematiche, compositrici. Il contributo delle donne è stato enorme e c’è stato da sempre: le pioniere nei laboratori Bell, quelle che costruiscono software per creare musica sul pc, che realizzano oscillatori e synth. C’è questo e c’è la loro personalità e la vita nel contributo creativo alla musica elettronica. Qualcuna di loro è arrivata a dire all’autrice di non essere mai state osteggiata, per il fatto di essere donna, nel mondo accademico, intellettuale e artistico. Forse ai loro tempi le cose stavano già cambiando? Oppure erano troppo brave per essere ignorate dai maschi? Il punto fondamentale di questo testo, è che le basi di partenza dell’autrice sono state superate: lei racconta non solo le storie delle donne che hanno infuso la propria creatività in un movimento (anche se è riduttivo definirlo tale, l’intreccio tra tecnologia e musica è continuo), ma anche una quella fatta di scoperte e progressi in cui con le protagoniste spuntano nomi eterni come John Cage, Robert Moog ed altri ancora. Una storia che parte dall’800 e arriva fino ad oggi, rappresentata dal testo, l’annesso CD allegato e lo spettacolo teatrale, al quale la Merrich ha collaborato con la stesura della sceneggiatura, oltre ad esibirsi sul palco.

(Alberto Vitale)