I MGŁA sono una entità strana ed in totale controtendenza. Esulano da ogni regola commerciale nota. Si auto producono con una loro etichetta (M. il vocalist ne è titolare) la quale lavora solo con i loro progetti (ad esempio ‘gli altri’ Mgła, ovvero i Kriegsmaschine, band composta sempre dal duo dietro i Mgła). Non fanno un minimo di promozione, anzi, lavorano controcorrente.

Una label di dimensione media e comunque nota (Season of Mist, Massacre, Napalm, Dark Essence ecc.) si preoccupa di diffondere notizie, video e singoli degli album di prossima pubblicazione; poi ci sono etichette come la Nuclear Blast che per ciascuna release mette in piedi un teatro mediatico impressionante: svariati capitoli -quasi una serie TV- i quali svelano retroscena, interviste, documentari, track-by-track, storia della band, trailer, video, lyrics video e chi più ne ha più ne metta, creando un coinvolgimento totale dei fans svariati mesi prima dell’effettiva pubblicazione del disco.

Poi, anche le label più piccole fanno quel minimo di attività che ci si aspetta da una label, ovvero divulgare con almeno un mese di anticipo, la data di uscita del disco, la copertina, la track list e, quando possibile, un assaggio dell’album stesso.

E non è nemmeno la provenienza Polacca a dettare lo strano comportamento dei Mgła. Non c’è un metodo norvegese, uno tedesco, ed uno originale polacco… perché i vari ‘colleghi’ connazionali (ad esempio Behemoth e Batushka) sono ben e saldamente connessi, sempre molto social e comunque seguono i metodi tradizionali di diffusione delle informazioni, con dose progressiva man mano che si avvicina l’evento.

Ma i Mgła sono completamente diversi.

Pubblicano un album che (quasi) nessuno si aspettava; lo fanno con un laconico comunicato sui loro laconici canali, nei quali avvisano che il disco è fuori, che si può acquistare o ascoltare integralmente su youtube (gratis).

Di loro non si sa nulla. Il leader M. è la nemesi di un Nergal qualsiasi: se quest’ultimo è praticamente una star di Instagram, tanto che sul suo canale si segue praticamente la sua vita minuto per minuto (compreso quando sta al cesso), di M. non si sa quasi nulla: il suo vero nome è noto da relativamente poco tempo, e la stessa cosa vale per la sua faccia.

Situazione analoga per il favoloso batterista Darkside, mentre gli altri elementi (che sembrano essere sempre gli stessi da vari anni) non sono nemmeno ufficialmente nella band: sono solo dei musicisti live, sempre loro, costanti, ma non dichiarati in line-up.

Vista così, sembrerebbe che questa band appartenga all’underground più infimo, una specie di circolo alla ‘Black Metal Inner Circle’ o ‘Les Légions Noires’, dove le band esistevano e suonavano quasi solo per loro stesse, un circolo privato, un club per pochi eletti, un girone per i peggiori dannati.

Eppure, quando esce un disco dei Mgła la gente va fuori di testa, tanto che le due date italiane all’indomani della pubblicazione di “Age of Excuse” (recensione qui https://www.metalhead.it/?p=170936) hanno attratto un sacco di gente, con l’ultimo concerto del 15 settembre al Revolver Club praticamente in regime di sold-out…!

Evidentemente i Signori Mikołaj Żentara (M.) e Maciej Kowalski (Darkside) hanno trovato un modo diverso di fare e diffondere musica, tanto che si possono pure prendere il gusto di rifiutare offerte da etichette di spicco.

Quale sarà il segreto? Io un’idea me la sono fatta… ma parliamone dopo.

I Mgła non si sono affidati a terze parti nemmeno per il tour (tranne per quanto ovviamente necessario). Il tour bus aveva targa polacca (di solito sono le compagnie tedesche le principali aziende che offrono servizio di tour alle band che affrontano il giro dell’Europa), autista polacco e supporter altrettanto… polacchi, praticamente un’orda di tetri amici che intraprende una infernale gita turistica, partendo da Cracovia con tappe in mezza europa Europa (Ungheria, Repubblica Ceca, Austria, Croazia, Italia, Francia, Portogallo, Spagna, Slovenia, Serbia, Grecia, Macedonia, aria, Romania, Slovacchia).

La carovana comprendeva gli headliners ed i Martwa Aura, accompagnati poi dagli Above Aurora (prima parte del tour) ed i Dagorath per la seconda parte, dimostrando che i Mgła hanno aperto le (loro) porte a tre band connazionali di minore notorietà, creando un evento che ha promosso un po’ ovunque la musica estrema del loro paese, dando un significato ulteriore alla definizione ortodossa di ‘Black Metal’.

I Dagorath sono una band giovane, con un solo disco all’attivo. Ma sul palco questi ragazzi ci sanno fare! Offrono un black metal selvaggio scandito da esaltanti mid tempo, qualche divagazione tra l’etnico ed il folk, il tutto dietro un’estetica old-school, torturata da una infinità di affilate e lunghissime borchie.

Più orientati a concetti rituali i Martwa Aura, i quali offrono un metal possente e feroce il quale ingloba atmosfere occulte violentate da blast beats e riff furibondi, con un front man che ha preso sicuramente lezione da sua maestà Gaahl!

I Mgła invece sono una macchina da guerra collaudata la quale comunque dimostra quell’atteggiamento originale anche in vista del concerto.

Tanto per cominciare il loro sound check viene eseguito prima di andare in scena (e non prima dell’apertura porte del locale), ovvero dopo la seconda band; davanti al… pubblico. La differenza è che non ci sono roadie o addetti ai lavori, è la stessa band che sale sul palco, con il volto scoperto, per provare i suoni. Nessun sorriso, nessun saluto al pubblico, nessun cenno ‘oh, adesso iniziamo e facciamo casino”; quasi come se i quattro fossero isolati dal mondo, come se ci fosse un sipario tra loro e i fans che nel frattempo avevano completamente riempito la venue.

Il concerto è esplosivo: il loro look oscuro e mascherato (nonostante il caldo!) è contrastato da un gioco di luci estremamente brillante, altra cosa non comune nel black metal… specialmente per una band che non esibisce alcun costume scenico, rituale o face painting per impressionare il pubblico. La scaletta prende a piene mani dall’affermato “Exercises in Futility”, ma divaga anche sull’EP “Mdłości”, sull’ottimo “With Hearts Toward None” e sul nuovissimo “Age of Excuse”.
Il mistero che sta dietro a questa band trova qualche indizio osservando il concerto con attenzione. Se il bravissimo chitarrista solista ed il bassista sono palesemente musicisti metal, M. e Darkside sembrano arrivare da un’altra dimensione. Lo stile di M. alla chitarra ha una tendenza più classica, più blues… non certamente metal… e questo lo si nota principalmente dalla pennata. Darkside è un autentico mostro e sentirlo dal vivo è un’emozione che non è possibile provare ascoltando i dischi, i quali comunque rivelano una tecnica sublime. Darkside, lì dietro tutto incappucciato, sembra non muoversi. Non si scatena. Non fa gesti, non fa roteare le bacchette e non espone croci rovesciate. Lui è una figura statica, quasi noiosa… eppure la doppia cassa è furibonda e tuonante, mentre il gioco messo in piedi con i piatti della batteria è molto più avanti del metal, anche del progressive metal più contorto. Posso giurare che non sono l’unico convinto che quell’uomo sia un batterista Jazz di talento, che si diverte a suonare il metal di M. tanto per non pensare molto ed andare in giro per i paesi con gli amici.

Ma perché i Mgła stanno avendo così tanti consensi, perché stanno diventando famosi anche se loro fanno di tutto per starsene in disparte?

Come è ammissibile il successo di una band che è la negazione dell’immagine (non hanno nemmeno i pantaloni neri attillati… il chitarrista ce li ha 2 taglie più grandi!), la negazione della promozione, la negazione della comunicazione, ovvero la negazione di tutto quello che oggi serve per farsi conoscere, per farsi notare, per suonare in giro e vendere dischi?

Forse ce ne sono stati altri casi simili nella storia del rock, solo che sono casi appartenenti ad un’epoca nella quale era umanamente impossibile far-da-sé, serviva una casa discografica… la quale scopriva il talento, lo promuoveva e lo scaraventava nella fossa dei leoni, tra studi di registrazione, arene e party.

I Mgła invece si arrangiano, ed il loro unico biglietto da visita è la loro musica. Musica di altissimo livello, curata, potente, con testi fantastici. Si arrangiano e lasciano che sia il pubblico a scoprire il loro talento, godendosi la soddisfazione dell’avere ragione.

In una epoca dove per emergere prima serve l’immagine, poi un buon numero di followers online e poi, forse, la musica, i Mgła ribaltano le regole.

Tornano alle origini.

Prima hanno messo in giro la musica, la quale lentamente si è diffusa generando l’approvazione globale che la band sta sperimentando.

Si tratta di musica ben fatta, non la canzonetta pop da hit dell’estate: i Mgła non cantano di feste in spiaggia con ballerine sculettanti; loro cantano di eventi oscuri, di decadenza e di nichilismo, inglobando queste poesie moderne in musica composta con genialità, efficienza, tecnica, stile e ottima intuizione dei gusti del pubblico.

Con i Mgła domina la musica e solo la musica. È la musica che ha scandito la loro ascesa, è la musica che ha scolpito la loro scarna immagine ed ancora la musica che attira molta gente alle loro esibizioni dal vivo!

I Mgła sono riusciti a mettere l’arte al suo posto: prima di tutto!

(Luca Zakk)