Mancava una serata anni ’80, una di quelle con quel look unico, quella disinvoltura, quell’attitudine, quella depravazione, quella voglia di far casino.

E in questo venerdì di settembre, ecco che si materializza l’evento giusto, quello tosto, quello al quale è vietato mancare.

Sembra assurdo ma il ragionamento parte tutto dalla band di apertura, ovvero gli onnipresenti Speed Stroke.

Gli Speed Stroke sono sempre sul palco. SEMPRE. Cinque devastati che saltano fuori ovunque, te li ritrovi sempre sopra il palcoscenico… questo dal 2013 -anno del debutto- in poi. Vado un po’ a memoria, ma nel loro curriculum possono affermare di aver aperto per Steel Panther, per gli Hardcore Superstar, per Gotthard, Backyard Babies, Tigertailz, Kissin’ Dynamite… pure per i The 69 Eyes… e tanti altri. Se c’è del rock’n’roll, gli Speed Stroke ci sono.

E tra gli innumerevoli concerti, gli Speed Stroke hanno suonato (foto qui) anche al release party dell’ultimo disco di un’altra ottima realtà italiana: i loro amici Reckless (foto)!

Reckless! Reckless! Solo Reckless… senza l’amore! Senza ‘Love’!

Con Speed Stroke come recente punto di convergenza gli italiani Reckless e i finlandesi Reckless Love hanno in verità varie cose in comune… qualche connessione magari non proprio presente in questa dimensione terrena. Proprio da qui inizia questa breve storia.

I ragazzi nelle due band sono più o meno gente della stessa età, tutti amanti della cultura e del sound degli anni ’80: il loro look e la loro musica confermano questo oltre ogni ragionevole dubbio.

Ebbene, anni addietro, il front man dei Reckless ‘chattava’ con i ragazzi di Kuopio… con un canale ormai da considerare vintage: MySpace! Prima del declino causato da altri social, Facebook in primis, MySpace era il social network di riferimento nell’ambito artistico, un social network di enorme successo tra il 2005 ed il 2009, il primo social in grado di raggiungere un pubblico globale, una piattaforma che ha contribuito alla crescita iniziale di altre grandi realtà, YouTube tra queste.

Cosa si dicevano in questa chat? I ragazzi parlavano di musica, di gusti, di tendenze. Di sogni. Di quel sogno in particolare!

Poi il divario. I Reckless rimangono underground. Gli Speed Stroke crescono, ma sempre nell’underground… mentre i Reckless Love diventano grossi, pubblicano vari album, vanno in tour in giro per il mondo. Tuttavia scavando in profondità nel sottosuolo salta fuori che i Reckless Love dei primi tempi altro non erano che una cover band, una delle tante che suona canzoni dei Guns N’ Roses. Ad un certo punto iniziarono a scrivere il loro materiale ed ecco arrivare l’opportunità che certi paesi -Italia rigorosamente esclusa- offrono alle bands emergenti! I Reckless Love possono finalmente dimostrare il loro talento partecipando alla gara organizzata dal loro comune, la Kuopio Band Competition, riuscendo a vincere nel 2004. Ma la cosa non finisce con una fetta di torta, una medaglietta commemorativa ed una pacca sulla spalla! No, la città di Kuopio finanzia tramite il Kuopio Popcity Project 2005, il primo tour per band emergenti, mandando i Reckless Love ed altri gruppi in giro per la Scandinavia, facendoli suonare in Svezia, Norvegia e Danimarca. Certo, dopo questo si sono arrangiati, sono andati avanti con le loro gambe, si sono fatti vedere, hanno portato a casa contratti discografici… ma ce l’avrebbero fatta senza questa opportunità? Bella domanda.

Ma in questa storia, quella che vi sto raccontando, me ne pongo un’altra di domanda: e se i nostri Reckless o Speed Stroke fossero nati in un posto come Kuopio? Dove sarebbero ora? Quanti album avrebbero pubblicato? Avrebbero avuto la chance di crescere artisticamente? Purtroppo questa sarà una domanda che non troverà mai risposta, visto che questi ragazzi sono nati in un paese nel quale, nonostante il calendario riveli che siamo nel terzo decennio del terzo millennio, continua ad additare quello vestito strano, quello con i capelli lunghi e, musicalmente, nessuno esiste se non finisce in qualche reality demenziale o se non suona qualcosa di obsoleto come quella roba vista e rivista e puntualmente celebrata da un festival che ci tortura ogni maledetto anno durante i mesi invernali.

La storia continua. L’ultimo disco dei Reckless Love si intitola “Turbo Rider” (recensione qui). Domina il colore viola al neon. Spuntano macchine sportive (il singolo “Outrun”), vibrazioni ottantiane ricche di synth. Tutti punti in comune con l’ultimo disco dei Reckless, “T.M.T.T.80” (recensione qui)… album che avrebbe dovuto chiamarsi “Time Raiders”, un titolo troppo simile a quello dei finlandesi… fino a quando gli italiani si sono resi conto che non avrebbe potuto funzionare. E il singolo “Countach” della band italiana? Wow… quante coincidenze puramente casuali, visto che le due band non ‘chattano’ più su piattaforme antiche o moderne! Chiacchierando con A.T. Rooster, il frontman dei Reckless, sono emerse un sacco di connessioni di questo tipo… per due band tanto vicine quanto geograficamente lontane. Due band simili, con un background simile… ma che la spietata roulette delle opportunità ha portato lungo cammini molto, molto diversi.

Ma i Reckless erano tutti al Revolver quella sera. A vedere gli amici: sia quelli italiani che quelli finlandesi… in clima di alleanza, di complicità, come se le band fossero ancora delle gang come in quegli anni!

Foto: A Life Well Wasted

Gli Speed Stroke hanno messo in piedi un loro show, uno di quelli durante il quale non si respira, dove si salta, si vola, si pratica l’amps-climbing fregandosene dei rischi.

Un concerto potente, tagliente, micidiale: il concerto che gli Speed Stroke sanno offrire tutte le (tante) volte che vengono chiamati alle armi.

I Reckless Love sono in piena forma: un concerto spaventoso, intenso… ricco di comunicazione con il pubblico. La prova vivente che non bisogna mai mollare, visto che questo tour era stato già rinviato per ben tre volte.

Una set list micidiale supportata dall’ironia del front man H. Olliver Twisted il quale scherza a 360°. Prende in giro la sua stessa band ‘colpevole’ di un ultimo disco pieno di synth…. ‘ma non c’è nessuna cazzo di tastiera su questo palco’. E poi… un tastierista? ‘Ci sono già quattro coglioni in questa band, non ne vogliamo un quinto!’

Foto: A Life Well Wasted

E il pubblico? Meno numeroso delle altre date italiane, ma caldo ed eccitato… completamente fuori di testa… una sintesi del pubblico che riempiva gli stadi negli anni d’oro dell’hard rock e del glam, con il Revolver Club che per una serata gioca a fare l’arena in miniatura!

(Luca Zakk)