All’Arci CDC di Parma, il 22 novembre, si è respirata un’atmosfera particolare: calda, partecipata, quasi familiare. Le quattro band hanno trasformato un sabato notte in un viaggio dentro le molte anime del metalcore, tra modernità, emozione e violenza sonora.

DAVE G
Ad aprire la serata è Dave G con il suo progetto modern metalcore.
“My Lost Kingdom” attira subito l’attenzione: riff nitidi, voce in pieno controllo, pubblico già attivo.
Con “Medusa” e “Rise The Titanic” l’esibizione prende ritmo e la sala inizia a muoversi davvero.

Il momento più pazzesco è la doppia cover dei Sepultura:

una “Slave New World” corrosiva
una “Roots Bloody Roots” cantata da tutti davanti al palco
Dave G chiude tra applausi più che meritati.

ENMA
Gli Enma portano un cambio radicale di umore: luci fredde, introduzioni ambient e una componente progressive che li distingue nettamente.
“Eclipse” e “Phoenix” costruiscono un’atmosfera intensa, mentre “Liar” rompe il ghiaccio con breakdown pesanti.
La parte centrale con “The Fallen” e “Destiny” crea i momenti più emotivi del set, con un’alternanza voce pulita/scream davvero ben dosata.
Chiusura epica con “Rebellion”, che sembra quasi un manifesto della band.

NOBODY HAS HEART
La sala è piena quando arrivano i Nobody Has Heart, e il pubblico è ben predisposto alle loro tematiche intime e ferite.
L’accoppiata iniziale “Will The Suffering Ever End?” e “Birthday Loneliness” colpisce dritto al petto.
La band si muove bene sul palco, coinvolgente ma sempre attenta alla dimensione narrativa dei brani.

La sorpresa più grande della serata è l’azzeccatissima cover di “Can You Feel My Heart” dei Bring Me The Horizon, accolta come un singalong collettivo.
La conclusione con “Strangers Again” lascia tutti spiazzati.

FRACTURE ZERO
Arrivano in chiusura, ma nessuno sembra intenzionato ad andarsene.
I Fracture Zero portano un nu-metalcore abrasivo che non lascia respirare.
“Synthetic Tears” e “Red Echoes” aprono con un impatto devastante, mentre “Null” accentua l’atmosfera oscura.

La cover di “Carrion” incendia il pit e “Shadow Self” più “Believer” completano un set solido e senza cali.

Poi arriva il regalo finale:
“Eyeless” degli Slipknot con Dave G sul palco.
Sudore, grida, caos controllato: un finale perfetto.

 

In definitiva, quella del CDC non è stata solo una serata metalcore: è stata la dimostrazione concreta di come una scena locale possa trasformarsi in qualcosa di grande quando talento, passione e pubblico si incontrano.

Quattro band diverse, quattro identità forti e una stessa energia condivisa, capace di unire chi era sul palco e chi stava sotto. Dalla precisione di Dave G alla profondità degli Enma, dall’intensità dei Nobody Has Heart alla brutalità dei Fracture Zero, ogni set ha aggiunto un tassello a una notte che ha ricordato perché la musica dal vivo è insostituibile.

(Jennifer Badalotti)