La Memento Mori continua la sua marcia a supporto dell’underground e presenta il secondo album dei californiani CONJURETH intitolato “The Parasitic Chambers” e in uscita il 23 gennaio.
Formatisi nel 2018, è solo nel 2020 che debuttano con due demo, “Foul Formations” e “The Levitation Manifest”, i quali culminarono nell’album di debutto sotto l’ala della Memento Mori, intitolato “Majestic Dissolve”, un disco che continuava in modo grandioso la tradizione del death metal originale, quello dei padri fondatori del genere.
Il fatto che i CONJURETH riuscirono nell’impresa non è proprio una sorpresa, dopotutto nelle line up ci sono personaggi che hanno militato in bands come Encoffination, VoidCeremony e Ghoulgotha, tra gli altri. Tuttavia il trio si è comunque fatto strada attraverso quella sporcizia ispirata alla fine anni ’80, questo in modo efficace, sciolto, ben oliato.
Ora i CONJURETH tornano con un disco che eclissa il lavoro precedente: “The Parasitic Chambers”. Comprendendo profondamente che il death metal NON ha bisogno di cambiare – o meglio, la ruota non ha bisogno di essere reinventata – i Conjureth girano quella ruota con ancora più potenza e equilibrio di prima, mantenendo intatto il loro suono principale.
Come il precedente lavoro, “The Parasitic Chambers” individua quel periodo fin troppo breve in cui il death metal non era principalmente pieno di blastbeat, riff da uomo delle caverne, chitarre ultra-basse e voci super gutturali, inserendosi in quell’era passata del death metal anni 1986-89. con una porzione abbondante di riff thrash metal e un pizzico di lato tecnico delle cose che sarebbero state poi portate alla luce pochi anni dopo.
Semmai, i Conjureth rendono le loro riflessioni mortali ancora più maniacali e muscolose:
mentre è più lacerante che mai, il riffing prende tonnellate di deviazioni selvagge e bizzarre, spesso letteralmente sconvolgenti, mentre le ritmiche prendono l’approccio “da manuale” e piegandone la copertina all’indietro; nel frattempo, l’attacco multi-tentacolo del trio conserva un corposo senso di peso che è acuito a un livello invidiabile in una produzione chiara ma schiacciante. O, per farla breve, immaginate il suono fine anni ’80 di Tampa, in Florida, che riceve trasmissioni strane ed inquietanti da una Finlandia di qualche anno dopo. Dove “Majestic Dissolve” celebrava il passato dando alla luce il futuro, “The Parasitic Chambers” è il suono di quel futuro che inizia a marcire meravigliosamente.
Graziato da una nuova affascinante copertina di Erskine Designs, “The Parasitic Chambers” prosegue l’ascesa dei Conjureth verso l’essere una delle band più capaci di contorcere il passare del tempo!
Dal nuovo album, questa è “Smothering Psalms”:
Copertina e tracklist di “The Parasitic Chambers”:
1. Smothering Psalms
2. Dimensional Ascendancy
3. Devastating Cataclysmic Unearthing
4. Cremated Dominion
5. Deathless Sway of Torsos Calm
6. A Blood Romance
7. The Ancient Presence
8. In Mortal Thresholds
9. From Ceremonies Past
10. The Unworshipped II