È successo agli inizi del mese, l’11 Luglio, ma solo ora la notizia è stata diffusa anche dalla band.

A causa di una malattia è morto a 46 anni norvegese Olav Sigurd Berland, membro fondatore della black metal band Forgotten Woods, anche in forza ai Joyless.

La pagina facebook dei Forgotten Woods ha reso noto la triste notizia con due post:

seguito da:

Il giornalista e scrittore inglese Dayal Patterson conosceva il musicista in quanto intervistato per il suo libro “Black Metal: Into The Abyss” e, con un lungo post, ricorda Olav:

“Sono triste nel venire a conoscenza che Olav Berland è deceduto all’inizio del mese. Oltre ad essere un fan della sua musica, Olav mi ha aiutato nella creazione del capitolo dei Forgotten Woods per il mio libro ‘Black Metal: Into The Abyss’, ed era naturalmente molto interessante parlare con lui, al telefono, dei primi tempi della band e del black metal norvegese. Olav era naturalmente un elemento centrale dei Forgotten Woods, uno dei veri pionieri del depressive black metal, avendo fondato la band nel 1991. Con altri acts quali Strid e Bethlehem (ed indirettamente altre quali Thorns e Manes), i Forgotten Woods hanno preso parte alla creazione del template per quella parte più malinconica e depressiva del black metal. In particolare, la band ha creato un sound oscuro, atmosferico e a volte anche sperimentale, un sound che impressionerebbe molti della scena black metal (compreso Euronymous, il quale espresse il desiderio di pubblicare i lavori dei Forgotten Woods con la sua Deathlike Silence). Oltre ad ispirare le successive band DBM/DSBM, nell’evoluzione nacque un nuovo progetto chiamato Joyless,e  la musica che ha creato probabilmente ha anticipato gran parte del sottogenere post-black metal (in particolare Neige di Amesoeurs e Alcest offrì delle vocals per i Forgotten Woords quando tornarono in studio a fine anni 2000). La band death metal di Olav era meno conosciuta, Inoculate Injure (una volta mi disse ‘non serve tu la ascolti’) con Ivar Bjørnson e un piccolo coinvolgimento degli Enslaved.

Questo uomo se ne è andato, ma la sua arte vive. Grazie per quello e per il tempo assieme, Olav!”