A fine gennaio una quindicina di organizzatori di festival in Francia ha incontrato in videoconferenza la ministra della cultura Roselyn Bachelot. L’incontro si concluse con un ‘arrivederci’ tra quindici giorni, nel quale i rappresentanti del settore avrebbero ricevuto delle risposte certe sulla possibilità o meno di svolgere le proprie manifestazioni per l’estate di questo anno. Dopo che quelle del 2020 erano state tutte cancellate a causa della ben nota pandemia da CoViD-19.

Effettivamente pochi giorni fa la ministra è intervenuta a un faccia a faccia con la giornalista Elizabeth Martichoux nel canale TV LCI, alla vigilia dell’appuntamento fissato quindici giorni prima. Roselyne Bachelot ha annunciato dei concerti sperimentali da tenersi a Marsiglia e Parigi (QUI il resoconto). Sperimentali in quanto si prevede di far entrare un certo numero di persone testandole sia all’entrata che all’uscita, a Marsiglia, e di fare una sorta di controllo campione a Parigi. Nello stesso intervento la ministra ha affermato che per l’estate c’è la volontà di autorizzare spettacoli all’aperto con 5000 persone sedute e con una distanza di due metri a persona. Per eventi con pubblico in piedi al momento è in dubbio, a causa del prolungarsi della pandemia che continua a minare le condizioni sanitarie da qui all’estate.

Le linee indicative esposte dalla ministra della cultura a ridosso dell’incontro con le parti, è stata l’unica proposta concreta per potere dare luogo a dei festival, di ogni tipo e genere, per l’estate. C’è anche l’annuncio di un fondo di sostegno pari a 30 milioni di euro per compensare gli annullamenti che ne deriveranno. Per conseguenza dopo questo incontro alcuni organizzatori, come per esempio l’Hellfest di Ben Barbaud, messi di fronte a una situazione ormai decisa hanno annunciato che anche quest’anno il proprio festival non avrà luogo. L’Hellfest ospita oltre 60000 persone al giorno e ogni anno a Clisson, nella Loira Atlantica. C’è invece chi ne ospita 270000 come il festival Vieilles Charrues in Bretagna che invece annuncia che si adatterà a questa direttiva, per quanto vi siano delle zone ancora poco chiare nella proposta governativa. Ben Barbaud per esempio pochi giorni prima ha fatto notare come ancora non si conosce ild estino dei bar e luioghi di ristoro nei luoghi di concerto. In Francia tutto quanto concerne la ristorazione è chiuso, tranne per l’asporto.

Ben Barbaud (infoto sotto) ha rilasciato dichiarazioni e interviste in poche ore a seguito della decisione di annullare per il secondo anno consecutivo l’Hellfest. Mette in grande risalto il principio di intrattenimento di un festival che ha dentro di se già la parola ‘festa’ nel nome.

«Non capisco quelli che stanno vendendo il proprio DNA sotto una forma così restrittiva. Questo va per forza a generare della frustazione. La gente viene da noi per assistere alla grande messa di musiche estreme. L’Hellefest è 15 ore di concerto al giorno, è il campeggio, i chioschi. E poi il 90% della programmazione artistica è composta da gruppi stranieri, dunque non vedo come io posso trovare un piano B, Non ci sono modelli resilienti dell’Hellfest»