Dopo un silenzio durato quasi 15 anni, La Macchina Ossuta, storica band fiorentina capitanata da Alessio Colosi e Francesco Bottai, torna sotto i riflettori con un nuovo album interamente in italiano. “Ricochet” uscirà in tutti i negozi e nei principali store digitali mondiali il 12 maggio per Suburban Sky Records (Red Cat Music), tramite Audioglobe/The Orchard.
In attesa di goderci l’intero full length, la band pubblicherà il primo singolo estratto “Lieto Fine di Legno” venerdì 21 aprile.
Ecco le parole di Alessio Colosi, cantante, su questo ritorno della band: «I brani di questo album sono stati scritti fra il 2020 ed il 2021: nascono solitamente da un riff di Francesco (Bottai), seguito dalle mie parole. Ma capita anche che sia io a proporre una idea più o meno concreta di testo e di linea melodica: in questo caso Francesco prende poi in mano le cose e le “complica”, le svolge come si deve, le struttura e le risolve. Un episodio a parte è l brano “Avamposto Balneare”: il testo è in realtà un’unica poesia, ispirata alla terra in cui sono nato, che ho cominciato a scrivere 15 anni fa e che ho aggiornato nel tempo, in attesa di una musica abbastanza lungo che la potesse contenere. Lo strumentale estremo ed eversivo, come la realtà che descrivo nel testo, è arrivato sempre nell’ inverno del 2020 dai fratelli Francesco e Cristiano Bottai: l’ho registrata tutta d’un fiato di notte, con i demoni intorno e sotto l’effetto dell’isolamento forzato. Dopo l’ultimo album “Prequel” del 2009, siamo tornati alla lingua italiana, ma siamo rimasti comunque fedeli al nostro “vizio” di spaziare fra vari stili, anche se questo disco forse è ancora più eclettico dei precedenti. “L Uomo Giusto”, “Terra Arida” e “Lieto Fine di Legno”, i tre brani che aprono in sequenza il lavoro, appartengono ad una sessione compositiva extra-gruppo della durata di 8 mesi condotta da Jack Panerai, una new entry che ha arrangiato e cantato i backing vocals, oltre che a supervisionare le liriche. Anche per questo il disco si intitola “RICOCHET”, letteralmente “rimbalzo”, che per noi significa saltare stilisticamente da un universo all’altro. Il progetto contiene tante menti, le quali hanno assorbito molta musica, fra cui quella degli Steele Dan, Prince, Bowie, Iggy Pop ma anche Fausto Rossi, evocato a sorpresa con mia grande gioia dalle tastiere aggiuntive di Marco Baroncini su La Prossima Star. Sono passati ben 12 anni dal nostro ultimo lavoro: non c’è un vero motivo per cui abbiamo lasciato scorrere così tanto tempo. Come diceva Lennon “Una canzone a metà non si può buttare via. Prima o poi gli trovi una forma, trovi un momento per migliorarla, una pausa in mezzo alla vita frenetica per finalizzarla”. “Se siamo stati qualcosa facciamo in modo di continuare a raccontarcelo” (da “Avamposto Balneare”).»