«RIP Nick Menza. In the brief time I knew you, it was a pleasure. We will miss you “Machine”»

OHM band

In questo 2016 le molteplici notizie dell’avvenuta morte di musicisti di un certo calibro hanno fatto quasi perdere significato alle celebrazioni e al saluto che seguivano, vista l’enorme e tutto sommato identica sequela di azioni che tali eventi hanno comportato. Su Facebook e Twitter migliaia di post, video commemorativi, micini in preghiera, rose che cadono dal cielo, teschi che piangono e via dicendo. Tutto ciò sembra avere svuotato di senso l’annuncio del trapasso di qualche celebrità che a suo modo ha donato sogni e gioia ai tanti che l’hanno seguita.
Purtroppo oggi arriva un altro di questi annunci, ed è per Nick Menza. Lo ricordate, vero? I Megadeth, il suo lavoro alla batteria per album epocali come “Rust in Peace” – a pensarci bene solo venerdì ascoltavo “Holy Wars… The Punishment Due” e riflettevo sul sound della batteria – o “Countdown to Extinction”. Ieri sera mentre suonava a Los Angeles con gli Ohm, la sua attuale band, tutti lo hanno visto accasciarsi al suolo. Soccorsi frenetici, tentavi di rianimarlo, ma Nick non ha più ripreso conoscenza. In sintesi questo è l’accaduto: i dettagli non sono ancora noti, ma si vocifera che sia stato un infarto a ucciderlo all’età di 51 anni.
Triste, molto triste. La morte lo è sempre e sempre ti porta via qualcosa e a qualcuno.
Largo ora alle commemorazioni, da parte di tutti e con l’opinione di tutti e con tutti i micini che pregano, le candele che bruciano, i RIP e le faccine nei post, nei twitt e così sia.
Il nostro lavoro, noi della redazione, lo abbiamo fatto, vi abbiamo informato. Il nostro saluto è quello che noi e forse tutti voi vi porterete per sempre dentro quando ascolterete qualcosa del genere, pensando inevitabilmente a lui: