(Sepulchral Productions) Una coinvolgente intro corale che mi ricorda tantissimo quella di “Herbstleyd” apre le porte ad un EP di quasi mezz’ora, nonostante le poche tracce, cinque per la precisione. Il suono dei Délétère comincia a prendere forma album dopo album, un misto di black rituale e sfuriate nere dalle tinte folk ed epiche. No c’è spazio per nessun tipo di sperimentazione o innovazione, qui c’è solo la nera arte messa giù nella sua più genuina forma. Questo è il black, o meglio quello che è stato fino ad oggi. Vale a dire batteria indemoniata, voce puramente malefica e chitarre costantemente alla prova su riff veloci ed epici eppure così ricchi di pathos e atmosfere. I temi trattati, li potete pure immaginare, ma quello che conta è che questa formazione non fa rimpiangere gruppi ben più osannati riuscendo in poco tempo ad essersi imposti come una delle realtà più vere e genuine di una musica che se da un lato ha pochi esponenti dall’altro rappresenta la faccia più scomoda ma nel contempo più vera del metal.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10