(Black Vultures Records) Il southern incontra lo stoner. Questa è la definizione del sound di questo album, di questi 49 minuti di basso dal suono pesante, di feeling retro, di armonica, di distorsioni sporche, ruvide, graffianti. Entra di tutto nella musica dei Gypsy Chief Goliath. Black Sabbath incrociati con Lynyrd Skynyrd. Led Zeppelin resi pesanti, e trasformati in Black Label Society. Il rock che torna a diventare blues, il blues che diventa cattivo e rabbioso. “Dreaming in Color” e “Elephant in the Room” sono due perfetti esempi di questo sapiente mix sonoro. Una voce ruvida, rock, piena e aggressiva. Una produzione che fa ricordare tempi passati. Una Line up  che ve de Al “the Yeti” Bones (che ha suonato con bands doom leggendarie come GEORGIAN SKULL, THE MIGHTY NIMBUS e MISTER BONES),  John (KEEF), Chris (SALEM SAINTS), Dave (BLOOD RUNS COLD) e Adam (GEORGIAN SKULL). Riescono davvero a creare un atmosfera sempre ai confini di tutti questi generi musicali, senza mai essere appartenere a nessuno in particolare. “Course of Time”, per esempio, è un pezzo bellissimo che mostra i confini di cosa può generare l’eterogeneità creativa della band. L’heavy slow blues di “Listen To Static” riesce a catturare e sconvolgere. Il passato che si ripropone in “We Are the Devils Thieves”. La melodia di “Cold Hand of Death”. Il ritmo travolgente di “Black Samurai”. Un disco diverso, innovativo. Una band che potrebbe davvero diventare grandiosa, con la sua arte di rivedere il passato, renderlo distorto, rivisto, corretto e dannatamente attuale.

(Luca Zakk) Voto: 7/10