(Indie Recordings) Quinto lavoro per i norvegesi Sarke, band composta da personaggi di spicco come Nocturno Culto dei Darkthrone, Sarke dei Khold e pure il chitarrista live dei Satyricon Steinar Gundersen. Ma i Sarke, nonostante le origini degli elementi, non fanno strettamente black metal e si dedicano ad un sound che attinge anche da heavy metal e thrash con una impostazione coinvolgente, travolgente ed elettrizzante. Ma il background black dei membri si percepisce con dei mid-tempo decadenti, pesanti, cadenzati come sull’ottima “Jutul” dov’e presente una tastiera molto valida, e la fantastica voce femminile di Lena Fløitmoen (Trond Holter) accompagna in maniera sublime quella tagliente di Nocturno Culto. La title track è scatenata, ma anche estremamente melodica con keys ricche di armonia ed un assolo di chitarra diretto, spietato con il basso che offre sostegno energetico. Pesante “Dagger Entombed”, un brano old-school, che offre risvolti molto epici. Melodia infinita con “Age of Sail”, deviazione contorta con “Upir”, decadenza infinta con l’incisiva e rallentata “Punishment to Confessions”. Ricca di metalliche sorprese “Knifehall”, brano con un riff semplice ma infinitamente efficace, prima della conclusiva pungente “Evolution And Fate”. I Sarke offrono musica che è una miscela strana di influenze contorte. Ci sento Immortal, ci sento gli I. Ma anche i Satyricon non mancano, passando prima per Iron Maiden e Motörhead. Il mix è così sottile che è quasi impossibile stabilire il confine tra i generi: quando pensi si tratti di un album heavy, esce con prepotenza la vena black. E quando ci senti il black, tutto ad un tratto c’è la scorrettezza del thrash… che poi si evolve e diventa melodia epica, quasi ai confini dei vari generi che si avvalgono del prefisso ‘symphonic’. Ma è proprio questa la caratteristica di questa band che con il nuovo lavoro risulta compatta, diretta ed impetuosa, grazie anche ad una produzione esplosiva. Apparentemente il titolo “Viige Urh” può essere tradotto come ‘il tempo che è passato’ oppure ‘un tempo già vissuto che non può essere cambiato’; se i testi sono probabilmente in linea con queste dichiarazioni, a livello musicale è tutta una negazione: il tempo passa, il metallo evolve, il black si raffina… ma i Sarke continuano a sputare in faccia, senza rispetto alcuno, una dose di musica semplicemente eccellente.

(Luca Zakk) Voto: 8/10