L’etichetta anglosassone Dissonance Productions ristampa tre album dei Raven, storica band inglese affermatasi durante la NWOBHM e che forse non hai mai ricevuto i dovuti riconoscimenti per la sua musica. Il primo e il terzo album in studio e il primo live album, ritornano in versione CD digipack.

 

 

RAVEN – “Rock Until You Drop” (reissue)

(Dissonance) Ristampa che non avrebbe bisogno di troppe presentazioni. Però non tutti forse conoscono i Raven e non tutti hanno la reale percezione della portata di questa band nella scena metal. Dei britannici spesso si legge o si sente dire che sono tra i fautori del thrash metal. A conferma di ciò si cita spesso Rob “Wacko” Hunter come il prototipo del batterista thrash metal. Si dice e si scrive che i fratelli Gallagher, John e Mark, voce e basso il primo, chitarra e voce il secondo, siano gli ispiratori dello speed e del thrash metal, con i loro assoli, le urla, le bizze al microfono e non da meno quelle sulle sei e quattro corde. Tutto possibilmente vero, ma almeno sappiate che quando si scrive e si dice di questo a proposito dei Raven di “Rock Until You Drop”, è tutto fuori luogo! Perché “Rock Until You Drop” è lo stadio ultimo dell’hard rock. A pensarlo non è solo chi scrive, siamo in molti a parlare di questo album come uno dei migliori di sempre nell’hard rock. Perfino un mio vecchio amico che mi fece ascoltare per la prima volta “Rock Until You Drop”, lui fanatico dell’hardcore punk e del thrash metal, me lo presentò come un «eccezionale album hard rock». Nel 1981 l’estremismo musicale era Motörhead, i nascenti Iron Maiden e Venom, erano i Raven, certo. La band di Newcastle prese una piega particolare nel tempo, cioè quella di avere effettivamente un piede nell’hard, nell’heavy, nello speed metal. Che dai Gallagher e Hunter siano venute fuori cose geniali e che han fatto scuola non si discute. Tuttavia, se si parla di questo album dalla copertina divertente, arruffona e meravigliosa insieme, lo si faccia parlando di hard rock.

(Alberto Vitale) Voto: incalcolabile

 

RAVEN – “All for One”

(Dissonance) Terzo album per i Raven, fatto con il fiato sul collo della NWOBHM. Chitarre più rabbiose, cori molto più solenni, intermezzi che si propagano in canzoni come sempre lanciate e dall’atmosfera di metallo. È qui forse che il discorso Raven inizia a essere più rude, più duro, più cattivo. Anche se la band non ha mai avuto l’aria di essere seriosa, mite o compassata. L’hard rock prima e heavy metal poi degli inglesi diventa più serrato, le distorsioni più metalliche. Il loro ‘athletic rock’ degli esordi è sempre più speed. Quell’anno, il 1983, il thrash metal sbocciava. Pensateci bene, “All for One” esce a gennaio, “Kill ‘Em All” a luglio, “Show No Mercy” a dicembre. Il cambiamento era in atto. Il genere guarderà ai giochi delle sei corde di Mark Gallagher e delle evoluzioni al basso di John, facendo dei Raven si degli anticipatori del thrash metal, ma di fatto il genere soppianterà la band stessa, dopo il trittico iniziale “Rock Until You Drop”, “Wiped Out” e appunto “All for One”. Complice anche una vena creativa successivamente in affanno. Da questo momento le canzoni dei Raven saranno etichettate come speed metal e dunque mai veramente thrash, perché ancora troppo heavy metal. Le mode, la vita e le sue situazioni, portano a sottostimare tre musicisti che per un lustro e mezzo hanno comunque saputo dire la propria. Udo Dirkschneider (ex Accept) partecipa nelle vesti di co-produttore e in alcuni brani dell’album.

(Alberto Vitale) Voto. 8/10

 

RAVEN – “Live at the Inferno”

(Dissonance) Dopo tre album con la Neat Records, la band firma con l’Atlantic. La major onde evitare che la Neat esibisca con un colpo di coda dal vecchio contratto con i Raven una compilation, decide di dare alle stampa attraverso la Megaforce, una delle etichette metal più importanti di sempre (Anthrax, Metallica, Overkill, SOD, Testament ecc.) questo album dal vivo. Grande energia, come di consueto dai tre britannici. Sound forte e spigliato, costruito anche a una post-produzione accurata. Una raccolta dei migliori pezzi della band, o almeno tra i più apprezzati, dell’età d’oro dei Raven. Circa un’ora e un quarto di heavy metal, hard rock, speed metal e comunque al netto di ogni etichetta possibile, un’ora e un quarto di Raven al massimo grado e nella loro autentica essenza.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10