(Nuclear Blast Records) Un’oscurità consapevole che ogni singolo giorno è un giorno in meno, un giorno di attesa in meno verso la fine, il collasso totale, la decadenza irreversibile del pianeta. Tutto muore, finisce, in un clima di rovina assolta… una fine che è per forza anche alla base di un ipotetico inizio, in quanto nulla può iniziare (di nuovo) prima di passare per la propria disastrosa fine. Atmosfere darkwave. Ma anche elettriche. Un po’ di Type O Negative. Un po’ Prodigy. Metal. Hard rock. Atmosfere fumose e gotiche, ma anche squillanti, travolgente, irruente e sfacciate. Il quartetto svedese arriva al quarto album ed esalta con suoni brillanti, melodie decadenti ed un singing ossessivo la meravigliosa decadenza del mondo… uno spettacolo da guardare, osservare, del quale godere magari con “Blood” come incalzante colonna sonora. “The Dead Cry For No One” è scatenata: ritmo pulsante, suoni che rotolano, ritmica diabolica con melodia perversa ed un singing lineare, annoiato, mostruosamente provocante. “Strange Kicks” spinge sul pedale del proibito, dell’erotico, del non rivelabile: ancora ritmica con una crudele capacità seducente ed un ritornello micidiale. Priva di luce “My Bones”. Fredda, glaciale ma molto invogliante “In Leash”. Romanticismo sadico con “Choose Your Poison”, vibrazioni elettriche allettanti con la trionfale decadenza di “Good Friday”. Pazzesche vibrazioni con il fascino vintage di “Warm Like Blood” mentre la conclusiva “Mercury” ingloba teorie folk in manifestazioni occulte prive di luce. Sisters Of Mercy. The Mission. The Cult. Bauhaus. Dark puro in chiave punk, in chiave rock, con caratteristiche metal, con atmosfere dalla provocante oscurità del nu-metal. La sensualità dell’apocalisse. L’erotismo della morte. Un caleidoscopio di stimoli elettrici scatenati dalla consapevolezza dell’avvicinarsi della fine. Tutto questo convertito in musica, materializzato in undici tracce che trasudano potenza, coinvolgimento, energia, depravazione ed infinito erotismo.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10