(Avantgarde) ‘Ghiacciato’, ‘luce’, ‘eterna’, ‘oscurità’ sono elementi che effettivamente saltano subito alla mente nell’ascolto dell’album. Quelle parole insite in questa seconda opera, che arriva un anno dopo “I – Dark Dragons of the Cosmos”, spiegano perfettamente la portata di questo atmospheric black metal, inciso da Black Socerer Battle e Vinterriket, tastierista il secondo, tutto il resto l’altro. Circa ottanta minuti suddivisi in pezzi di vasta durata, “Cast Their Ashes to the North Wind” per esempio arriva a diciannove, dove le chitarre fredde e dirompenti si sommano a tastiere che aprono scenari. Un abbinamento che dipinge paesaggi, stati mistici e black metal ovviamente. Un’opera mastodontica che vuole continuare e al contempo evolvendo, quanto iniziato da Battle Dagorath nel 2008 con “Eternal Throne”. Cinque album in totale da allora, un black metal cresciuto, ma strettamente classico nei contenuti. Batteria troppo sepolta, il piano espressivo vero e proprio è dato da chitarre e tastiere, sorelle di una narrazione che trasporta l’ascoltatore attraverso catene montuose ricoperte di oscurità e neve di un universo lontano. Tempi veloci e medi che in alcuni brani si alternano a più riprese e voce in scream, melodie struggenti, epiche, soprattutto “Supernal Realms”. Conclude l’album un esercizio di puro ambient, il plasma psichedelico di “Ignis Fatuus”. Il californiano Black Socerer Battle costruisce strutture classiche dalle tinte epiche, mentre le tastiere dello svizzero Vinterriket potenziano questa narrativa, sprigionata attraverso una coltre di distorsioni impenetrabile. Il risultato è evocativo, intenso e prolisso.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10