(PRC Music) Se negli USA c’è una nuova e imponente ondata di death metal band, oltre ad una riscoperta e riproposta di album che hanno fatto la storia di quel genere e anche in Canada sta avvenendo qualcosa di simile. La PRC Music rimette sul mercato l’unico album dei Gorelust, ovvero “Reign of Lunacy”. I Gorelust erano cinque deather del Quebec, i quali realizzarono un demo e uno split prima di questo album e niente altro dopo. “Reign of Lunacy”negli anni successivi per qualcuno è stato il “miglior album death metal canadese di sempre”, in barba magari a quanto fatto dai Cryptopsy o dai Gorguts! Evitando sterili discorsi sui primati, i Gorelust sono certamente l’espressione di un sano death metal prima metà anni novanta, di scuola americana e dalle strutture dinamiche oltre ad alcune impennate grindcore sparse in giro, poche ma buone  come nella title track,  “Antropophagist” o nella distruttiva “Bleed Upon the Cross”. Il drumming robusto, liscio di Francis Marmen è il fiume energetico che sorregge in ogni pezzo di questo lavoro, accompagnato da quel brontolio soave del basso di Paul Chevrier. “Gorelust” apre le ostilità con meno di 3′ di durata e portando la struttura del brano su versanti tecnici e muscolari. “Sclerosed Brain Eater” ricorda i primi Cannibal Corpse nella sua prima parte, mentre la già citata “Bleed Upon the Cross” sfodera un dinamismo strutturale e ritmico impressionante, oltre ad una magnifica sequela di riff che vanno dai toni heavy, thrash e puramente death metal. Trova spazio anche una cover dei Kreator, “Extreme Aggressions”. Le chitarre sono due killer (Jeff Olivier e Martin Fournier), invasate di un death metal a volte di taglio classico oppure di natura brutal o tecnica e con contorsioni nel thrash metal. Su tutto poi c’è la voce di Jean Beaulieu, gutturale ma dinamica anch’essa. Parteciparono alle registrazioni Luc Lemay (Gorguts), Steve Cloutier (anche ex Gorguts) e Steeve Hurdle (ex Gorguts e Purulence e scomparso quest’anno, a lui è stato dedicato l’album) tutti e tre come voci. Un lavoro significativo ed espressione di un’epoca dal bagaglio di idee strapieno, “Reign of Lunacy” è un passato che ritorna e la cosa fa davvero piacere.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10