(Scarlet Records) Con i Necrodeath non si resta mai delusi e dunque ascoltare un loro album è sempre un’esperienza. “The Age of Dead Christ” è un autentico pezzo di estro della band. Le nove canzoni vengono battezzate con titoli memorabili. Per esempio “The Whore of Salem”, “The Order of Baphomet” e “The Crypt of Nyarlathotep”, danno la misura e il senso di quanto sia vero ed estremo questo ibrido tra thrash metal, black e death metal. Un sound dalle marce veloci, vecchia scuola nella sostanza e nervoso. Un sound trucido e cattivo. I Necrodeath creano canzoni con strutture articolate. Niente è scontato con i riff che ricordano, a seconda dei casi, la scuola thrash metal tedesca, con “The Master of Mayhem” ad esempio, oltre a qualche sortita in stile Venom, ma resi in una maniera estrema. La title track ricorda i Death SS nell’atmosfera densa, tragica e accattivante. Poco più di mezz’ora, perché ai Necrodeath questo lasso di tempo è sufficiente a mettere in chiaro (al buio) le cose. Flegias al microfono è una bestia cattiva, un invasato infernale. Qualcuno che è in un pentacolo e subisce gli effetti sulfurei di un chissà quale rituale. Immondi, impuri, ma anche musicisti e metallari che sanno suonare e dare ancora un senso al genere dopo oltre trent’anni.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10