(Autoproduzione) Davvero notevole questo “Colostrum”, debutto discografico dei milanesi Slabber. La band meneghina propone un heavy metal solido, aggressivo e melodico al punto giusto, valorizzato da una produzione praticamente perfetta, ottenuta presso l’Elnor Studio di Mattia Stancioiu. Dischi così rincuorano i metallari più puri, dimostrando che nonostante si sia diramato in svariati sottogeneri, il metal classico non morirà mai. Gli Slabber hanno fatto tesoro degli insegnamenti di Judas Priest e Manowar, ma anche del power tedesco ed americano, dando vita a dieci brani potenti ed aggressivi, dal riffing corposo e ricercato, in uno sfoggio di classe ed arroganza. Sugli scudi la prova vocale di Alessandro Bottin, dotato di una considerevole estensione, che gli permette di interpretare sia linee aggressive e potenti che di esibirsi in acuti altissimi (anche se spesso li utilizza e ne abusa in maniera eccessiva). Ma oltre alla bella voce del singer, tutta la band dimostra una preparazione tecnica di alto livello, sfoggiando tutta la tecnica nella strumentale “Hybrid”. Un album solido, un ottimo inizio per una band giunta al debutto con un bagaglio tecnico e compositivo invidiabile.

(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10