(Church Within Records) Un album semplicemente stupendo. Ed io, che di un album riesco ad innamorarmi, sono completamente perso tra le note, la melodia, gli arpeggi e la voce di questi cinquantacinque minuti di emozione. Di cosa parlo? E’ complesso. La radice è indubbiamente il doom. Non a caso il vocalist di questo progetto è Phil Swanson degli Hour Of 13. La stupenda voce di Phil, la quale mantiene quell’assurda similitudine con Ozzy Osbourne è ai massimi livelli. La sua espressività lirica è poesia pura, e l’interpretazione di ogni singola parola dei testi è pura arte. Un album decisamente costruito attorno alla sua voce. Una struttura musicale che riempie l’aria con riff elettrizzanti, di matrice anni 80, con ampi arpeggi, ed una distorsione mai pesante, mai eccessiva, sempre elettrica, sempre rock. Il genere potrebbe essere definito dark rock, ed offre quella profondità espressiva, quella romantica ed oscura melodia che rende l’ascolto del disco un percorso verso una dimensione emotiva interiore. Un concept album sulla spiritualità e l’amore, il cui significato è semplice: è la fede che rende reale ciò in cui crediamo. Sia esso un dio o un sentimento, sia esso odio o amore. Musicalmente l’album offre un’alternanza tra pezzi mid-tempo e melodie coinvolgenti, fino ad accarezzare le atmosfere da film horror anni 80. Le dieci tracce sono degli assoluti capolavori. “Surrender”, la opener, ricorda moltissimo il duo Ozzy-Zakk. Interrotta da tratti estremamente emotivi, dove la voce si fa lacerante, non lascia dubbi sulle intenzioni di questo lavoro. “The Fool” con la sua impostazione ‘sabbathiana’, immerge a livello lirico l’ascoltatore nel concetto dell’intero album. Gli arpeggi che si schiantano contro il timbro vocale di Phil generano un assoluto orgasmo sonoro, che si propaga lungo una canzone che è sempre sostenuta, che non abbandona, non tradisce, non si ferma mai. “Echoes”. L’eco di sentimenti dimenticati. Tutto diventa struggente. L’emozione che provo ascoltando un pezzo come questo è indescrivibile. Posso solo augurarmi che a voi faccia lo stesso effetto. Improvvisa impennata, come un’impossibile scatto di rabbia, tempo accelerato: siamo a “Just for Fantasy”. La quale anticipa la title track, “un altro” pezzo dai tempi moderati, dove gli ampi arpeggi conducono verso un sinuoso abbandono alla potenza melodica. L’inquietante “Aphrodites Child” conduce alla meravigliosa “Isolation”, la quale mi fa ricordare alcune delle sensazioni che provo ascoltando bands come i Lake Of Tears. “Isolation” è perfetta. Cantata ancora una volta in maniera superba, con un’impressionante cura della pronuncia e dell’enfasi sulle parole chiave del ritornello. Assolutamente fantastica. Fantastica come la successiva “Do It Again”, anch’essa caratterizzata da un ritornello semplicemente meraviglioso, dove le parole di Phil vengono accentate da una chitarra semplice ma assolutamente geniale. Il finale è affidato a “Everything Divine”, la quale riporta il lavoro su tempi veloci e suoni più pesanti, e alla cover dei Witchfinder General,  “Music”, la quale marca il territorio, ricordando che i Seamount sono dei veri esponenti del doom. Emozioni e sensazioni. Un album che non mi stancherò mai di ascoltare.  Musica e testi stupendi. Suonato e registrato in maniera ottimale. Una di quelle sorprese estremamente piacevoli. Un album con un approccio quasi timido, ma capace di diventare espansivo, aperto. Un flusso di emozioni che emergono, si espongono, e si lasciano catturare dall’ascoltatore, il quale le può imprigionare, fare sue, innalzando il livello della sua percezione interiore.

(Luca Zakk) Voto: 9/10