(AOP Records) Secondo album per questa particolare black metal tedesca (recensione del primo qui). Un secondo album che si allontana da alcune componenti symphonic black, avvicinandosi con decisione ad un prog/avant-garde, ad un folk, and un livello tecnico intenso spruzzato da idee post black molto ben amalgamate e contorte in un soundscape eccitante, atmosferico ed avvincente… sempre esaltato da un vocalist con un growl devastante alternato ad un timbro più depressivo che ricorda un po’ l’impostazione degli Harakiri for the Sky. Ma è proprio la componente prog che stupisce, tanto che in certi meandri dei lunghi brani si intuiscono idee che richiamano ai Death, senza tuttavia copiare o imitare, anzi, provvedendo ad offrire una dimensione sonora personale, identificativa, poetica e coinvolgente. Il disco è un insieme. Una unica sfera sonora inscindibile. Quaranta minuti di musica che spazia, vola, divaga, eccita. “Uferlos” incanta, con quell’assolo sfuggente e quella violenza incisiva piena di crescendo, mortalmente avvincente… senza dimenticare l’altro assolo dal sapore orientale mescolato con melodia metal e sostanza folk. Rituale e carnale “Seegang”. Priva di limiti e ricca di contorta melodia “Tag verweil”, così come la sua antitesi “Nacht verweil”, brano che propone anche un violino sublime, contrastato dalle atmosfere che spaziano dai meandri reconditi del black alle sfuriate cristalline del thrash della conclusiva “Siebente letzte Einsamkeit”. Si evolvono. Crescono. Diventano più cinici, più carnali, più passionali ed estremamente più creativi, sia a livello musicale che tecnico. Se riescono a portare questa energia anche su un palco scenico, allora siamo davanti ad una band stratosferica!

(Luca Zakk) Voto: 9/10