fotohuldreGli Huldre sono autori di uno degli album folk metal più riusciti e originali di questo 2012. Ho la possibilità di discuterne con Laura e Nanna, le due dolci fanciulle in forza al sestetto. L’avreste mai detto che degli artisti folk potessero avere la divertita ironia di ritenere il proprio genere musicale ‘roba da nerd e da vecchi hippies’? Buona lettura!

Salve ragazze, e grazie per questa intervista! Spero potremo iniziare da una presentazione generale della band e del suo lavoro fino ad oggi…
Laura: Ciao Renato! Beh, siamo in sei nella band: Nanna (voce), Laura (violino), Troels (flauti e hurdy-gurdy), Lasse (chitarra), Bjarne (basso) e Jacob (batteria). Abbiamo un background musicale molto vario, ma tutti abbiamo una debolezza per il folk e per il metal, così ci è venuta l’idea di combinare questi interessi in una band che suonasse folk metal! Bjarne, Nanna ed io ci siamo uniti nel 2006 per provare a formare una band di questo tipo, ma la cosa non ha realmente funzionato finché Lasse e il nostro precedente batterista Mikael non si sono uniti alla formazione nel 2009. Più tardi Mikael ci ha lasciato ed è stato sostituito da Jacob, e quando Troels si è aggiunto nel 2010 abbiamo finalmente avuto la presente line-up.

Nel 2010 abbiamo realizzato un demo di cinque tracce prodotto in casa, quasi senza budget, e lo abbiamo distribuito gratis ai concerti; è andato presto esaurito e al suo posto offriamo le canzoni per il download gratuito sulla nostra homepage. Nel 2012 abbiamo dato alle stampe il nostro debut “Intet Menneskebarn” (“Figlio non umano”), che contiene le 5 canzoni del demo e altri sei brani, tutti registrati all’LSD Studio di Lübeck, Germania, durante il Dicembre 2011.

Potete descrivere ai nostri lettori la musica del debut “Intet Menneskebarn”?
Laura: Beh, più o meno ha i caratteri del folk metal scandinavo, e nonostante questo quasi tutte le canzoni sono state scritte da noi (abbiamo comunque un paio di brani di folk tradizionale nel nostro repertorio). Credo che abbiano tutte quel sound genuino dei ‘bei tempi andati nel nord’. Siamo stati paragonati a formazioni come Lumsk o Gåte, ma forse con riff un po’ più heavy.

Perché avete scelto di scrivere la vostra musica in danese? Non credete che questo possa essere un ostacolo alla diffusione della vostra arte?
Nanna: Ci ispiriamo al vecchio folk scandinavo e danese e ai suoi racconti, e così ci sembra naturale e adatto all’atmosfera scrivere i testi in danese. Inoltre crediamo che a cantare in danese siamo quasi gli unici, e anziché vedere questo come un ostacolo, pensiamo che sostenga la nostra musica in un modo che l’inglese non permetterebbe.

Trovo che “Skaersild” e “Knoglekvad” siano i brani più significativi dell’intero disco. Posso sapere qualcosa di più al riguardo?
Laura: “Skaersild” è una canzone su una giovane donna e la sua battaglia fra il credo pagano e quello cristiano. Le differenti fasi della canzone seguono la sua storia, mentre le viene chiesto cosa porta attorno al collo e cosa sta facendo nella foresta di notte, e infine ella ammette che porta un martello e non una croce. Abbiamo davvero speso molto tempo su questo brano prima di essere soddisfatti, abbandonando le prime registrazioni per quasi un anno prima di tornare a lavorarci ancora. Qualche volta le canzoni hanno solo bisogno di ‘maturare’ prima che siano pronte per essere elaborate!

“Knoglekvad” parla invece di una donna che, durante un rito sacrificale, getta ossa in circolo e sente i propri sogni scivolare via con l’acqua che sparge. Abbiamo composto il brano una notte che pensammo ‘proviamo a scrivere un up-tempo’, quindi abbiamo scritto prima il testo e le melodie hanno cominciato a venire fuori dalle nostre menti. È probabilmente il brano che abbiamo scritto più rapidamente!

Mi spiegate il concept che sorregge lo strano e charmante booklet?
Nanna: Abbiamo pensato che la copertina avrebbe dovuto rappresentare il popolo degli huldre nascosto nei boschi. Una huldre è una creatura del folklore scandinavo, spesso descritta come uno spirito femminile della natura, talora nuda, con la coda di una mucca o di una volpe. Vive nelle foreste, guidando le persone (soprattutto i giovani maschi) nel profondo dei boschi con la musica, o facendo l’amore, o nei casi peggiori uccidendoli. Abbiamo scelto la nostra amica fotografa Kristina Tandrup Gittesdatter/Njordfoto per creare la copertina, perché sapevamo che anche lei era pienamente coinvolta da questa oscura atmosfera. Così, siamo andati nella foresta in un freddo giorno d’inverno, correndo in giro nudi (e morendo di freddo!) e scattando foto, e dal risultato ha tratto la nostra fantastica copertina.
Laura: Fortunatamente una huldre può anche essere di sesso maschile, che è una discreta fortuna quando i 4/6 dei membri della band sono uomini, hehehe.

C’è, in Danimarca, una tradizione folk attiva e vitale? Credete che gli Huldre siano parte di questo movimento?
Laura: Più o meno negli ultimi 10 anni c’è stato un movimento underground in Danimarca che ha portato a nuova vita la tradizionale musica folk, e ci sono davvero molti giovani che suonano folk contemporaneo al momento, ma prima di questo (e chiedo scusa a tutte le persone che sto per offendere, eheheh) penso che la musica folk sia più o meno riservata a vecchi hippies o a nerds, e per questo non sia davvero attiva e vitale.

E che pensate della scena folk metal? Non credete che sia un luogo un po’ affollato?
Laura: Ehehe, beh in Danimarca penso che ci saranno solo 5 bands in totale a suonare metal folkeggiante (tutte diverse l’una dall’altra), per cui non direi che la scena folk metal danese sia affollata… ma naturalmente il dicorso è diverso fuori dai nostri confini.

Siete in tour al momento? È semplice portare la vostra musica sul palco?
Nanna: Siamo stati in tour con altre band folk metal in Danimarca e suoniamo spesso nei club e ai Viking markets e simili. Credo che la nostra musica ai adatti bene alle sottoculture di molti festival: folk, folk metal, pagan, role play, medieval e Viking, così come alla maggior parte dei festival mainstream. Proprio ora stiamo cercando qualcuno che ci aiuti con i diversi tipi di festival elencati sopra, ed è un compito difficile fare tutto da soli, quando devi occuparti allo stesso tempo di studio, lavoro e simili.

Credete che sia possibile vedervi suonare in Italia?
Laura: Proprio ora ci stiamo impegnando per organizzare concerti fuori dalla Danimarca per il 2013, e l’Italia è sicuramente una possibilità! Personalmente ho vissuto a Venezia quando ero più giovane, per cui ho una debolezza particolare per l’Italia e tornarci per suonare sarebbe una grande esperienza per me! Siamo aperti a tutti i tipi di suggerimenti per cui chiunque può sentirsi libero di contattarci, dato che può essere abbastanza difficile capire da dove iniziare quando non sei del posto.

Vi lascio naturalmente la fine dell’intervista. Grazie davvero e a presto!
Laura: Ma grazie a te, e grazie ancora per la simpatica recensione di “Intet Menneskebarn” – spero di vederti un giorno in Italia… o da qualche altra parte, naturalmente!

english version


(Renato de Filippis)

MetalHead review: https://www.metalhead.it/?p=12100