copnerocapra(Autoproduzione/F.O.A.D.) I piemontesi Nerocapra hanno qualcosa di innaturale dentro la loro musica. C’è qualcosa di questo death metal che sembra appartenere a sfere non consuete. Un qualcosa di esoterico? Beh, il nome è suggestivo, i testi, in italiano e inglese, menzionano spesso il sangue, l’omicidio rituale e forse non solo quello, c’è anche qualcosa del totalitarismo. Mirco Rizzi e DNE sono le chitarre e voci, B la batteria e il sound è un death metal molto grezzo, primordiale. I pezzi mi han ricordato le atmosfere dei primissimi Rotting Christ, quella dei Sodom di “In the Sign of Evil”, le prime incisioni e in demo dei Morbid Angel, le prime dei God Dethroned… Roba antica, metodi di comporre diversi, ascendenze nobili di una volta. Riff chiari, possenti, ma indubbiamente ben delineati ed espressivi e poi la batteria corposa,quel sound alla Fenriz, dove la cassa non è triggerata in modo insensato e ogni colpo è il Diavolo che bussa da sotto al pavimento. Atmosfera nera, zolfo nell’aria, candele accese e pentacolo segnato sul pavimento. Un rituale, un’evocazione dei demoni più carognosi dell’inferno. Non c’è solo il lezzo pestilenziale del Regno di Sotto, qualcosa riesce a splendere a dare luce melodica e attraverso alcuni riff o ricami solisti non solo thrash metal ma anche grazie ad una matrice prettamente heavy metal. Forse c’è anche qualcosa derivato dall’hardcore e non ci sarebbe da meravigliarsene, visto che le lancette dello stile vengono chiaramente spostate indietro. Pezzi che vanno dai due fino a cinque minuti, una varietà di ritmi e diverse cadenze nel riffing, voci dal growl bruciato e torbido. Un lavoro mostruoso dal punto di vista delle rifiniture, nel senso che è grezzo, ruvido. C’è puzza di necrosi in queste note saturnine e forse non sono abbastanza affascinanti se qualcuno non ha mai assaporato il death metal tra fine anni ’80 e inizi ’90, ma se così fosse è un limite di chi ascolta! Se il metal estremo è violenza e subdola o manifesta cattiveria, “Vox Inferi” incarna perfettamente questa filosofia. Tredici pezzi di consunto death metal, architettati come un grimoire poco raccomandabile riuscirebbe a fare.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10