Agosto, tempo di vacanza per noi Italiani. C’è chi va ad ammucchiarsi in spiaggia, chi si disperde in montagna e chi fa vacanze intelligenti. Secondo il mio parere, partecipare ad un festival black metal ed attaccarci giorni extra di… vacanza… è appunto la definizione di ‘vacanza intelligente’.

Giungiamo a Bergen qualche giorno prima del Beyond the Gates, proprio per guastarci del tempo libero in questa meravigliosa città norvegese, in una settimana carica di eventi ed occasioni, compreso un concerto esclusivo dei Wardruna proprio alla vigilia del fest.

Cosa si fa a Bergen ad agosto? Prima di tutto ci si veste, perché fa già un freddo cane. La sera, e la notte, sono frizzanti e ci sono così tanti locali da avere solo l’imbarazzo della scelta.

Ma il pomeriggio? Che si fa a Bergen in un pomeriggio di agosto?

Giro sui fiordi? Già fatto. Chiesette famose per essere state teatri di roghi? Già viste. Mercato del pesce? Non mangio pesce. Altre attrazioni? Ho ancora tempo.

Quindi, perché non andare a trovare Gaahl nella sua galleria d’arte, aperta appena tre mesi fa?

La Galleri Fjalar situata in una stanza di un edificio in legno nel quartiere Bryggen (quartiere patrimonio dell’umanità Unesco) è un’idea di Gaahl. È la casa ‘artistica’ di Gaahl. Si tratta di un’area che espone opere di artisti norvegesi ed internazionali, con anche una piccola area merchandising, con magliette, vinili ed altri oggetti particolari.

Gaahl era lì. Ci saluta educatamente e ci invita ad entrare. L’esposizione in corso era composta da opere su tela di Erlend Erichsen (ex batterista di Gorgoroth e Molested), esposizione che giovedì lascerà spazio alle opere di Trine Grimm, nota per aver disegnato molte copertine.

L’ambiente è rilassante. Gaahl sorseggia il suo vino, guarda in giro e dimostra la stessa calma macabra che esibisce sul palco.

Ci chiede se siamo dei bevitori di caffè (risposta: “si, è una dipendenza!”) e ci offre una tazza mentre guardiamo le opere esposte, mentre scambiamo due chiacchiere in un clima estremamente rilassato e culturale.

L’area merchandising è suggestiva. I capi di abbigliamento sono della Norwegian Rat marca alternativa in combutta con gente come Taake o Kampfar. Ci sono vinili, ci sono CD, ci sono un sacco di foto esposte che ritraggono artisti internazionali (compresi i nostri Darkend).

Valutiamo subito come poter tornare per visitare la mostra di Trine Grimm, compatibilmente con i suoi impegni, incontri già organizzati alla galleria e i nostri impegni con il Beyond the Gates e gli eventi satellite che ci impegneranno i giorni a venire.

Gaahl ci offre disponibilità: non lo rivela ma trasuda orgoglio nel capire che abbiamo intenzione di tornare, e ci avvisa relativamente ad orari e giorni nei quali non sarà presente in quanto impegnato in studio per la registrazione del prossimo lavoro di Gaahls Wyrd.

La sala è elegante. Intenzionalmente spoglia, legno, edificio storico di Bergen. Solo un divanetto al centro per ammirare le opere anche da seduti. Le opere di Erlend Erichsen mi attirano, mi fanno fantasticare, ma una in particolare mi lascia perplesso e confuso. Monica, tra uno scatto e l’altro, mi regala la sua interpretazione… ma poi Gaahl rivela la sua geniale visione, la visione di un artista poliedrico, che include la pittura tra il ventaglio delle sue arti. In una elegante conversazione, discutiamo dei nostri rispettivi punti di vista, su quale elemento criptico del dipinto che ci lascia rispettivamente confusi.

La conversazione migra, evolve. Si parla di vino. Da un mio precedente incontro con l’artista, era rimasta in sospeso la valutazione di un particolare vino italiano che gli feci pervenire. Secondo Gaahl è un vino troppo forte, un vino per il quale si dichiara ‘troppo vecchio’. Gli faccio notare che abbiamo quasi la stessa età e lui mi contraria, ridendo e rivelando che lui ha qualche centinaio di anni.

Le risate portano verso le sue opere esposte ed in vendita in un raccoglitore. Chiedo prezzi, ammiro alcuni dipinti (tutti ad olio), chiedo significati, esprimo interpretazione. Ad un certo punto decido che mi merito un regalo: voglio una stampa, e la voglio dalle mani dell’artista. Gaahl è scherzosamente d’accordo relativamente alle mie intenzioni di autocompiacimento, ma è anche la scintilla che avvia un dialogo interessante, il dialogo che puoi avere solo con un artista quando ti dimostri interessato alla sua arte ad un livello che va oltre l’ovvio, il visibile ed il palese.

Apre un armadio ed inizia ad estrarre pacchi di stampe, cercando quella che mi interessava. Chiedo come avviene la stampa, che carta si usa… ed apro un vaso di pandora di cui il tenebroso frontman appare palesemente ansioso di darmi tutti i dettagli, nei minimi particolari. Mi rivela il tipo di carta, anzi, i tipi di carta che usa per le stampe. Il costo dei fogli (sono carissimi!) e mi mostra le differenze di resa dei colori o delle sfumature sui diversi supporti, evidenziando per esempio la resa dello stesso nero su due fogli diversi, o approfondendo con eloquenza i dettagli quando ho notato due diverse rese di un azzurro su due stampe diverse.

Mi evidenzia che un particolare abbinamento tra una carta ed una stampa viene garantito per 200 anni.

-“Non sapremo mai se è vero”, esclamo ridendo
-“Io lo saprò!”, ribatte, ricordando la battuta sull’età
-“Allora mandami un messaggio nell’aldilà e fammi sapere”, ormai sto ridendo forte
-“Non ti preoccupare, ci incontreremo, ti troverò”, conclude… tra l’ironico ed il profondamente tetro.

Seguo Gaahl da anni. Amo la sua voce, la sua arte musicale. Lo seguo dai Trelldom, dai Gorgoroth, dai God Seed… l’ho visto dal vivo con le varie band e ci ho parlato assieme molteplici volte. Ma è sempre stato un rapporto tra un tizio che scrive di musica ed uno che la musica che crea la porta in giro per il mondo.

Oggi però è stato diverso.

Il tizio che scrive di musica non aveva nulla da fare e si è intrufolato nell’antro del tizio che scrive la musica. Solo là dentro che non c’era la musica. Non c’era alcuna musica sulla quale il sottoscritto avrebbe potuto scrivere divagazioni e l’artista non stava suonando ed era in veste alternativa, in contesto diverso, in una dimensione di espressione artistica poco nota a tutti coloro legati alle ragioni che l’hanno reso famoso.

Gaahl è sempre uguale. Una persona educata. Tranquilla. Una tranquillità che nasconde rabbia ed energia. Quell’energia che vedete sul palco o che sentite nelle canzoni. Quella potenza che io ho visto nei sui dipinti ricchi di deviazione, di oscurità, di oscenità, di assurdità. Di morte.

È stato sublime ammirare quel suo orgoglio chiamato Galleri Fjalar, chiedergli con avidità di informazione molti dettagli sul progetto, sulla scelta degli artisti -per i quali c’è già una lista di attesa-, ed infine lasciarlo parlare liberamente, senza vincoli di tempo, della sua passione, dei suoi dipinti.

Ascoltarlo. Sentirlo parlare delle sue passioni.

Vederlo firmare la stampa numero 1 delle 33 disponibili, la stampa che mi sono comprato, il regalo che ho deciso essermi meritato.

(Luca Zakk)

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