(Steamhammer/SPV) Dopo il buon debut, The Unity spara un secondo album che supera nettamente il predecessore, e candida la band (che ricordiamo è stata fondata da Henjo Richter e Michael Ehré, entrambi nei Gamma Ray) nell’olimpo dell’hard rock a tinte power. Ben 13 brani in scaletta, ma onestamente non mi sentirei di segnalare neanche un filler. La sguaiata “Last Betrayal” non dimentica certo la melodia, e Gianba Manenti, il singer italiano di questa allegra banda di tedeschi, si impegna a ricordare il miglior Jorn Lande. Hard rock ignorante e fracassone con “You got me wrong”, mentre “The Storm” prende la scia degli Avantasia più ariosi e coinvolgenti. Sono gli stessi toni che troveremo in “No Hero”, appena un minimo più serrata, mentre “Welcome Home” ha il brio spensierato e i cori degli ultimi Edguy. “The Willow Tree” è l’archetipo della power ballad, mentre “Better Day” punta tutto su un chorus hard rock molto coinvolgente. Si chiude, ancora sul versante rock energico, con la luminosa “L.I.F.E”. Lo stile non banale ma molto fruibile dei The Unity mi sembra la chiave del loro successo, per chi scrive pienamente meritato.

(René Urkus) Voto: 8/10