(SPV/Steamhammer) Lunga vita ai nuovi Sodom! …Davvero? Nuovi? Cosa? Insomma, parliamoci chiaro…non esattamente ‘nuovi’. Non strettamente, almeno! La storia racconta che durante l’anno 2018, il mastermind Tom Angelripper manda a casa Bernemann (dopo oltre 20 anni) e Makka (dopo quasi un decennio), cercando freschezza ed ispirazione… finendo per riformare ex-novo la storica band, ormai attiva da quasi 40 anni con Tom come unico re, unico dittatore, unica presenza costante. Trovatosi solo, Tom, rigenera per l’ennesima volta la band (la quale tra dipartite e decessi è cambiata tantissime volte nel corso degli anni), prendendo due membri nuovissimi. Si tratta di Husky, il batterista degli Asphyx, e Yorck Segatz alla chitarra. Ma la freschezza della nuova line-up si mescola con una sorta di reunion, di riciclo glorioso di uno dei membri più simbolici della storia della band: Mr. Frank Blackfire è tornato! Il mitico chitarrista, quella presenza demoniaca in album simbolici come “Persecution Mania” e “Agent Orange”, indubbiamente tra i capitoli più importanti nella storia della band, torna all’ovile, torna a casa. Non che in tutti questi anni Frank si sia perso nel nulla…visto che è stato il chitarrista dei Kreator per ben tre dischi ufficiali… quindi non si tratta, come un apparenza, di una riesumazione, piuttosto bisona parlare di un vero e proprio glorioso ritorno! Un ritorno che sancisce questo mezzo rinnovo e questa una mezza conferma storica. Date queste premesse, è lecito chiedersi come diavolo possano suonare questi quasi-nuovi Sodom, i Sodom del 2018. Giusto? La risposta sembra difficile, visto che per ora abbiamo solo due nuovi brani, sicuramente un po’ poco per esprimere un giudizio, per confrontare, per decidere… ma non c’è alcuna incertezza sul fatto che mazzate come come “Partisan” e “Conflagration” disintegrano qualsiasi dubbio, demolendo ogni interrogativo, annullando ogni incertezza! Siamo tornati indietro nel tempo, proprio a cavallo tra ‘Persecution’ e ‘Agent’… siamo tornati alle radici, alle origini, alla potenza diretta e sfacciata che ha reso famosa ed intramontabile la band di Gelsenkirchen! La title track è diretta, pestata, feroce, guerrafondaia. Ma è anche melodica, ovviamente secondo la visione dei Sodom, e pure dannatamente perversa. “Conflagration” è più ribelle, più cattiva, più death, più thrash, più ‘Persecution’… con una esaltante evoluzione catchy che non risparmierà nessuna vertebra. La band è in forma pazzesca. Il nuovo batterista è una macchina della morte e non nasconde una certa evoluzione tecnica. I due chitarristi sono spietati… cosa che viene confermata dalla versione live di “Tired & Red”, bonus track dell’EP: una mazzata demoniaca, feroce, esaltante! E quando Tom annuncia al microfono quel letale “Let’s Dance!”, poco prima del breakdown finale, allora tutto si annulla, tutto scompare, tutto si disintegra. Questi sono i loro. Questi sono i Sodom. Ed il resto può andare a farsi fottere!

(Luca Zakk) Voto: 8/10