copvex(Horror Pain Gore Death Prod.) Più volte mi è capitato di incrociare questo monicker e credo sempre in relazione a band death metal statunitensi. I Vex, sono di San Marcos, in Texas, e il  precedente album “Thanatopsis” ha ricevuto buoni riscontri. Tre anni dopo ecco il secondo album – con un nuovo cantante, Joe Jackson, proveniente da una band denominata Sakrefix- per questi figuri del death metal, sempre contaminato da momenti di thrash metal e addirittura black metal. Con un sound molto crudo, quasi raw (ma anche registrato in modo elementare) sia per chitarra e basso che per la batteria, i Vex si lanciano in pezzi dalla struttura variabile, dove melodie fredde e cupe dominano l’atmosfera generale. Vi sono anche tre intermezzi strumentali di poco oltre il minuto che, nonostante il limite temporale, si dimostrano piacevoli. In particolare l’acustica e folk “Away from the Sun”, la quale sfiora i 3′. Le restanti sette canzoni hanno andature proprie e infatti mentre l’accoppiata iniziale “Terra Soar” e “Carve My Eyes” presentano un death furioso con intermezzi thrash, il discorso si ripete in “No Such Thing” dove però le trame del riffing sono modulate sia durante i passaggi con blast beat robusti che nelle fasi più fluenti e trahsh metal. “Spectral Nation” si vota ad un inizio quasi viking e la musicalità del brano è molto epica, come degli Amon Amarth molto approssimativi e grezzi. Stupisce, e in negativo, “Wasteland (How Long Ago …)” perché la canzone ha buone melodie, ma la struttura dei pezzi e il sound da demo l’ammazzano completamente. “Those Days Are Gone” invece è probabilmente l’unico brano che mi sentirei di definire progressive death/thrash. Quell’aggettivo in questo brano si rivela degnamente. Essendo un titolo della Horror Pain Gore Death non c’è da meravigliarsi della lo-fi quality, ma è pur vero che per una band che, almeno a me sembra, punta a levigare il songwriting per tirare fuori pezzi elaborati, la coltre di bassa fedeltà o comunque la registrazione in sile 4-tracce penalizza la resa. Provando a scartare il discorso produzione, l’aspetto compositivo si rivela efficace solo per una metà dei pezzi, mentre l’altra presenta una band ancora acerba, ma di prospettiva.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10