(Season of Mist) Nonostante l’attività live non si sia mai interrotta, i norvegesi 1349 sono in silenzio dal 2014, anno di pubblicazione dell’ultimo full length, “Massive Cauldron of Chaos” (recensione qui). Per fortuna le organizzazioni Innovation Norway, Visit Norway ed il museo Munch hanno commissionato loro (ed ad altri tre artisti appartenenti a diversi generi musicali) un brano per interpretare, musicalmente, il punto di vista dell’artista nei confronti delle opere di Edward Munch, scegliendo liberamente una opera in particolare. Dal punto di vista di ‘quaggiù’, in Italia, la cosa sembra sensazionale: l’Italia è indubbiamente un paese che travolge la Norvegia per vastità della cultura storica ed artistica; ma l’Italia è anche un paese vergognosamente insignificante, sempre nei confronti della Norvegia, per quanto riguarda apertura e flessibilità mentale. Immaginatevi un qualsivoglia importante museo italiano, uno dei principali enti di turismo nazionale o un ministero la cui attività è incentrata su turismo e/o innovazione, chiamare una band metal, una band metal estrema come i 1349 (su estremi sonori o concettuali in Italia potremmo immaginare rispettivamente Forgotten Tomb o Death SS… tanto per fare degli esempi eclatanti), per commissionare loro una canzone che descriva un’opera d’arte secondo il loro personale ed artistico punto di vista. Sarete d’accordo con me che la sola idea provocherebbe una (un’altra?) crisi di governo, mentre un ricostituito Esercito dello Stato Pontificio marcerebbe impavido per riconquistare la pagana penisola, infliggendo torture e chiudendo definitivamente quel concetto distopico di spiraglio di illuminazione sociale. Ma in Norvegia, apparentemente, funziona diversamente. L’arte è Arte, l’arte che esiste è l’arte che il pubblico apprezza ed ammira, pertanto se si decide di far rappresentare l’arte con altra arte, evidenziando la cultura artistica di un paese, è innegabile che tra le cose che hanno reso (ancor più) famosa la terra dei fiordi ci sia il black metal. Edward Munch, oltre ad essere il pittore Norvegese più importante della sua epoca è stato anche un pittore estremamente oscuro ed i suoi lavori esprimono spesso morte, ansia, sofferenza, solitudine e mistero, pertanto i 1349 hanno probabilmente avuto vita facile nell’ispirarsi a Munch… ma vita molto meno facile nel creare un unico brano che rappresentasse in maniera ottimale l’opera scelta (intitolata come il singolo, opera riprodotta nella copertina dello stesso): una cosa è decidere di scrivere una canzone ispirandosi ad un dipinto, una cosa è essere scelti a livello nazionale per rappresentare un dipinto di una artista di tale spessore e fama internazionale. Tuttavia i 1349 non hanno incontrato nessun problema nell’affrontare la sfida, nel mettersi alla prova, ed il brano risultante è estremamente tirato -come di norma per la band- ma contiene un’aura più carnale e meno cinica, un’ipotesi melodica molto sensuale anche se dannatamente oscura, un drumming superlativo e carico di groove supportato da linee di basso decisamente suggestive. Se l’energia che ha ispirato i 1349 e ha portato a questo brano si manterrà vibrante nel tempo, il prossimo album della band di Frost potrebbe essere un’evoluzione esaltante! Nel frattempo arriva l’edizione di questo singolo su vinile limitato, la quale offre anche una versione live di “Atomic Chapel” (da “Demonoir”), confermando la poderosa potenza espressa dal vivo da parte di questa band fedele e devota al black metal più estremo!

(Luca Zakk) Voto: 9/10