(Season of Mist/Indie Recordings) Gaahl è un personaggio controverso. Strano. Il suo forte carisma, le sue dichiarazioni, il suo passato, il suo life-style, le sue performance on-stage… tutto rende questa persona una specie di leggenda, di mito, di essere oscuro, indecifrabile e decisamente inquietante. La sua carriera l’ha portato con i Trelldom, i Gorgoroth, i God Seed e pure con i Wardruna, rivelando le sue ampie capacità vocali (dal growl più selvaggio alle sue immense doti da baritono) esaltate dalle sue stravaganti ed avvolgenti esibizioni dal vivo. Ma Gaahl è anche un pittore, oltre che un imprenditore con idee intelligenti (fantastica la sua Galleri Fjalar nel centro storico di Bergen, un antro dove l’arte pittorica e fotografica più oscura trova il meritato spazio). Nel 2015 una nuova idea, un progetto tutto solista, tutto ruotante attorno alla sua emblematica figura: nascono i Gaahls Wyrd e finalmente ora l’atteso debutto discografico, ammesso e non concesso che si possa parlare di debutto parlando di un artista attivo sulla scena dai primi anni ’90! Affiancato da nomi di spicco della scena estrema ed alternativa norvegese, ovvero Frode Kilvik (Krakow, Aeternus), Ole Walaunet (aka Lust Kilman… The Batallion, God Seed, Grimfist) e Spektre (aka Kevin Kvåle… Horizon Ablaze, From the Vastland, Svartelder), Gaahl -ovvero Kristian Eivind Espedal- riesce a dare vita al suono della sua arte, alla raffigurazione musicale dei suoi dipinti decadenti, malati e decisamente deviati. Black metal? Forse. Estremismo concettuale? Sicuramente! “GastiR – Ghosts Invited” esce dagli schemi, abbraccia l’oscurità ed avvolge in una atmosfera tetra nella quale la voce clean di Gaahl è quella predominante, il tutto attorno a riffing tra il black e l’avant-garde, con soluzioni melodiche avvincenti e percorsi musicali sempre imprevedibili. Irruente “Ek Erilar”, brano veloce ma deliziosamente sulfureo. Dinamica e furiosa “From The Spear”, canzone che ricorda assurdamente i Mysticum, anche se l’intermezzo drammatico catapulta in tetre ambientazioni spirituali. Destabilizzante “Ghosts Invited”, superlativa “Carving The Voices”, un brano con linee melodiche esaltanti ma dipinte di nero ed espressioni vocali che esalano odori di arcani rituali sciamanici proibiti. Ancora isterismo su “Veiztu Hve”, canzone che all’improvviso esplode in un contesto tra il moderno ed il rituale, con una impostazione corale immensa. Vibrante e con scenari contrastanti “The Speech And The Self”, traccia con risvolti epici che risaltano ogni singolo componente del corposo impatto sonoro. Veloce ed impetuosa “Through And Past And Past”, prima del seducente clima misterioso che si diffonde in uno scenario inquietante ed avvolto da fitte nebbie nella conclusiva “Within The Voice Of Existence”. Linee vocali intense, spesso doppiate dai vari stili dallo stesso Gaahl, sempre pregne di malinconia, ma anche aggressive, molto angoscianti, assolutamente espressive e malignamente ossessive. Il tutto per materializzare uno scenario crudele, un dipinto sonico che con l’ottimo lavoro di Iver Sandøy (Enslaved) prende vita, esaltando ogni strumento, diventando atmosfera, diventando una dimensione esoterica pregna di un tetro espressionismo.

(Luca Zakk) Voto: 9/10