(Volcano Records) Un quarto album per Hangarvain niente male, tenendo conto che la band esiste da appena sei anni. Se poi alla prolificità aggiungiamo un songwriting ispirato e di gran qualità, non si può non pensare che la formazione partenopea abbia tutte le carte in regola per raggiungere un meritato successo internazionale. Il sound degli Hangarvain è piuttosto eterogeneo: la base è un blues/southern piuttosto potente, fuso con il post grunge ed arricchita da elementi soul ed addirittura parti corali vicine al gospel. Un altro aspetto che adoro è l’utilizzo dell’organo hammond, particolarmente presente nella title track. Ottima la voce di Sergio “Toledo” Mosca, dotato di una timbrica calda e profonda, non distante da quella di Eddie Vedder. Un album raffinato nel songwriting ma in grado di sprigionare un’aggressività ed una potenza non comune nel genere .

(Matteo Piotto) Voto: 8/10