(Nordvis Produktion) Gli svedesi Dråpsnatt non sono più attivi da quattro o cinque anni… un triste perdita per la scena black di origine svedese, quella che all’aggressività riesce ad unire intensi ed irresistibili risvolti atmosferici. Durate la (breve) carriera il duo ha pubblicato tre dischi -l’ultimo risalente al 2012- ma per fortuna, anche se lentamente, la Nordvis si sta occupando della ripubblicazione di tutte queste perle; infatti, già nel 2014 (quindi prima dello scioglimento della band) la label si occupò del meraviglioso secondo disco “Hymner till undergången” (recensione qui) ed ora, ad undici anni dal debutto, dalla sua data di uscita originale, ecco il primo disco del mitico duo di Skellefteå! Il titolo “In Questa Foresta” (ndr) calzava alla perfezione all’epoca, specialmente per una band il cui moniker è ispirato ad uno scenario del 1800, nel quale un uomo addentratosi da solo in un bosco, in una tetra foresta, veniva assalito ed ucciso da qualche creatura non ben identificata, dando vita a storie, a voci, a superstizioni nel vicino villaggio, alimentando prepotentemente un folklore che prevede l’esistenza di entità quali spiriti o goblins. I due artisti dietro i Dråpsnatt lavoravano in maniera molto spontanea: poca pianificazione, la musica era quella che veniva, come veniva, senza tante prove, senza aiuti esterni o produttori rinomati… decisamente la chiave per esprimere un talento capace di rendere ancor più suggestive e grandiose le canzoni confermando che album come questo debutto andarono ben oltre ogni più improbabile previsione, anche grazie ad una produzione con carnale venatura ‘true’, ed una definizione dei suoni che poteva far pensare a qualcosa molto più in alto dell’undeground (ricordiamo che questo disco in origine uscì per la russa Frostscald Records, la quale cessò l’attività ormai almeno cinque anni fa). “I Denna Skog” è atmosferico, aggressivo, marcatamente black ma deliziosamente metal: mid tempo sanguigni con strumenti bilanciati e basso che crea una vibrazione percepibile intimamente, sfuriate black metal, divagazioni clean, impostazioni ambient, passaggi progressivi ed etnici… fu una vera rivelazione questa pietra miliare del black! Crudele il black vecchia scuola della opener “I Denna Skog”, ma le parentesi atmosferiche o i rallentamenti ricchi di groove rivelano da subito di che pasta erano fatti i Dråpsnatt all’epoca. Anche “Under Fullmånens Sken” combina black furioso con un improvviso cambio di tema, oscuro, progressivo, meditato, introspettivo. Lenta “Orostider”, una traccia che si abbandona ai sentimenti, offrendo possenti clean vocals senza tuttavia dimenticare il ritorno alla furia dell’estremo. Inquietante e tetra “Fader Frost”, idee jazzistiche con “En Sista Vandring”. Black che salta in un mare ambientale su “I Evig Tid”. Immensa “Han Faller Plågad Ned”, una canzone che segue molteplici percorsi, dal più estremo al più provocante, passando per ritmi lenti con spoken vocals a sfuriate di delizioso e spietato black, mentre la conclusiva “Ett Sista Andetag” rivela una collera che poi trova la pace di quei cori clean dal sapore subdolamente etnico. Il primo capitolo di una storia favolosa, di una band superiore, di una produzione musicale irresistibile. Un capolavoro qui celato dietro una nuova copertina disegnata da Joan Llopis Doménech. Una storia che ebbe inizio lassù in Svezia, tra antichi e pazienti alberi nel mezzo di qualche infinita e silenziosa foresta, una foresta dentro la quale si abbandona e disperde l’animo umano, celando o esaltando sentimenti di qualsiasi tipo. Una storia che ebbe inizio nella natura, nei boschi, in una foresta… questa foresta!

(Luca Zakk) Voto: 9/10