(Nuclear Blast Records) Tredici! Tredici gli album in studio per una delle più importanti, inossidabili e migliori thrash metal band della storia del genere. L’arrivo di un nuovo album dei Testament non è una banalità, pari a quella di un nuovo album dei Metallica. “Titans of Creation” presenta dodici canzoni e quasi un’ora di thrash battente e in piena forma. Un minutaggio importante, ma nella resa finale per nulla oppressivo. In fase di promozione etichetta e band hanno puntato su un certo aspetto, cioè che in “Titans of Creation” proprio come gli elementi di questo pianeta prosperano al suo interno, ognuno dei membri della band ne rappresenta una componente necessaria in quest’ultima impresa musicale. Vuol dire che tutti hanno contribuito non solo in termini di scrittura dei pezzi, ma anche nel personale uso del proprio strumento, dei propri contributi individuali. Si coglie immediatamente, già al primo ascolto, che questo è uno album dinamico, caratteristica da sempre ascrivibile alla band, e insieme sfaccettato. Chuck Billy compie una prova maiuscola. Per esempio, in “Dream Deceiver” il cantato è modulato e andante con la musica, risultando scorrevole e potente, per un Billy nuovo e inusuale. L’accoppiata del solista Alex Skolnick e del ritmico Eric Petersen, produce un parco di riff e assoli di tutto rispetto, con i nostri che sviluppano trame fluide, continue. Al comparto ritmico i fedeli e mostruosi Gene Hoglan e Steve DiGiorgio, rispettivamente batteria e basso. Spiccano brani come “City of Angels”, per una composizione dove i Testament spersonalizzano un po’ se stessi, puntando su un thrash metal moderno di variazioni e situazioni anche più morbide. Di grande fattura “Symptoms” di Skolnick. Ogni brano è ben arrangiato e qualcuno risulta memorabile, altri sono frizzanti, mentre un piccolo gruppo di essi scorre senza intoppi risultando ad ogni modo piacevole. “Titans of Creation” pur con quasi un’ora di sostanziale thrash metal di marca Testament, quelli del nuovo Millennio, è un risultato lodevole. Niente più suoni pompati all’inverosimile, una pecca nella quale cascano molte band, anche veterane, già da qualche anno.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10