copblackoath(I Hate) Doom italiano. Sepolcro italico, il secondo, dopo “The Third Aeon”. La più nera atmosfera intossicata dalla morte, ma con una radicata melodia che si plasma nota dopo nota e in ogni singola canzone di questo album. Canzoni dalla durata quasi sempre considerevole, ma che riescono a scorrere senza troppi sforzi. Una struttura del riffing semplice e senza articolazioni eccessive. Le chitarre sono nere come il carbone ed agili come uno stormo di corvi, mentre la batteria è il vero cuore che pulsa e pompa linfa avvelenata ovunque. Paul V (basso), Chris Z (batteria e altro) e A.th (voce e chitarra) inscenano poetiche gotiche, sabbathiane, Candlemass, ma anche vicine alla tradizione dei primi Death SS. I Black Oath pongono l’accento su distorsioni sempre cariche di frequenze ammalate, cupe ma imponenti e comunque l’album risente di una produzione ottimale e che permette di udire nitidamente ogni singola ombra, suono o atmosfera. Un cimitero illuminato.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10