copshining(Indie Recordings) Da non confondere con gli Shining svedesi di Niklas Kvarforth, questa band Norvegese è in un certo senso l’estremizzazione della loro omonima Svedese. Considerando che entrambe sono bands che si spingono verso nuovi limiti, nuovi territori sonori, gli Shining di questo “One One One” non solo cercano nuovi territori, ma li trovano e poi li devastano, li incendiano, li radono al suolo. Definitivamente. Locuste musicali che distruggono, lacerano, annientano. Il genere è indefinibile. La definizione black/jazz (che dava anche il titolo al precedente album) viene demolita da un suono complesso ed intenso: in questa musica ci sono i Prodigy, c’è metalcore a badilate, c’è avantgarde, c’è jazz, c’è hard rock, c’è black, ma soprattutto c’è puro gusto per la devastazione, totale ed irreversibile. Voce devastata. Suoni ansiosi e schizofrenici. Sassofono che compare quando mai te lo aspetti, rendendo il tutto ancora più anfetaminico. Elettronica abusata e violentata. Chitarre tirate. Voce spremuta fino alla tortura. Il tutto per concentrarsi su due chiare semplici e marcate direzioni: caos ed imprevedibilità. Non c’è nulla di ordinato in questa musica. Nulla è prevedibile nelle canzoni e nemmeno nella fluidità dei passaggi tra una canzone e l’altra. Un esempio è il finale metal core di “Blackjazz Rebels” e l’inizio a base di sax dissonante e tossicodipendente della seguente “How Your Story Ends”. La cosa assurda è che il cocktail è fantastico. Micidiale, letale, annichilente, ma fantastico. Irresistibile. Musica che porta alla pazzia, alle dipendenze da sostanze (qualsiasi, basta che sia forte e proibita), che manda in cortocircuito il sistema nervoso. In questo disco ci sono pezzi migliori (io preferisco “The Hurting Game”) o peggiori. Oppure pezzi di pezzi che sono migliori di altri pezzi di pezzi. Vi può piacere un pezzo di un pezzo, l’inizio di un altro, il finale di quell’altro. Vi può piacere mezzo album, tutto, canzoni alterne… scegliete voi. Sicuramente il vostro udito  verrà bombardato da tanta di quella roba violenta e psichedelica che la vostra testa farà fatica a metabolizzare tutto! Forse qualcosa rimarrà, forse no, forse un miscuglio di qualcosa. Caos. Imprevedibilità. Questo è “One One One”, che di ordinato e chiaro ha solo il titolo. Il resto? Follia allo stato puro, follia che se non viene trattata professionalmente può scatenare un’improvvisa mania omicida.

(Luca Zakk) Voto: 8/10