copcoldcolours(Sleazy Rider Records) Dopo tre album, e – pare – scontento dei continui cambi di lineup e direzione musicale, Brian J. Huebner ha voluto riprendere completamente il controllo della sua creatura Cold Colours, e pubblicare questo quarto full-“length” come se fosse un solo project, con un controllo artistico totale sul prodotto finito: il genere è etichettato come ‘dark metal’, anche se direi che doom/gothic sarebbe molto più appropriato come riferimento. Dopo uno straniante strumentale d’apertura, “Disgust” è un pezzo brevissimo (meno di due minuti) che non nasconde i propri riferimenti ai Moonspell, ancora più evidenti nella pesantissima “The Process of dying”. “This Devotion” mi ha invece ricordato gli Anathema primordiali, quelli di “Crestfallen” e “Serenades”, e anche la timbrica di Huebner ha qualcosa del Darren White dei tempi migliori. “Suffering God” è uno di quei macigni lentissimi a cadere che, a mio modesto parere, sono ciò che il doom dovrebbe offrirci sempre, senza troppi orpelli o contaminazioni; “Of Sand and Tears” è una semiballad decadente giocata sul sempre indovinato contrasto fra parti lente ed esplosioni di forza. Con la cover dei Rotting Christ “Cold Colours”, il pezzo che dà il nome stesso alla band, si chiude questo disco incisivo e convincente, ma sicuramente riservato ai soli estimatori di queste sonorità.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10