(Spider Rock Prom.) Questo album è il primo per i Lunocode, ma alle spalle hanno un EP, cioè “Last Day of the Earth”. Lo stile dei perugini affonda parzialmente nel rock progressive degli anni ’70, oltre alle sonorita melodic metal moderne. Lo si evince da “The Origin of Matter and Mind”, un composizione di quasi 30′ e suddivisa in più parti. Una suite, proprio come facevano un tempo alcune divinità del rock. Rock complicato dunque? Per nulla, non sembrano affatto dei megalomani, anzi piantano i piedi a terra e fanno le cose che possono e sanno fare. “Sin Cara” è un pezzo tendente al metal, ma l’incipit rievoca una fusione tra Genesi e Jethro Tull. “Heart of the World” è un rifacimento, il brano era già presente sul precedente EP. Ha qualcosa di elegiaco: non è solo l’acustica o il flauto, ma anche il cantato modulato, fiabesco e dolce di Daphne Romano e con la massima enfasi nel ritornello. “Indifference” rivela una bellissima coesione tra gli elementi della band, con la presenza alla chitarra di Olaf Thorsen (Labyrinth e Vision Divine) per l’assolo. “Misty Visions of an Ordinary Day” prevede un ottimo arrangiamento. La suite precedentemente citata è un insieme magniloquente che si divide in sei movimenti, i quali però non sembrano dare un carattere univoco al pezzo: sembrano sei canzoni diverse che si susseguono. Tuttavia la causa è legata ad un concept (un pochino ambizioso) di fondo, sul quale poggia il testo ispirato da Carl Sagan. I Lunocode sembrano loro stessi, l’album l’hanno registrato da soli e il mastering è di Ronan Chris Murphy (King Crimson, Ulver e altri), il quale ha solo aggiunto valore su valore. La copertina è magnifica!

(Alberto Vitale) Voto 7,5/10