copedenscurse2(AFM/Audioglobe) Fra le nuove leve dell’hard rock più arcigno, quello al confine con il power, gli Eden’s Curse sono sicuramente un esponente significativo. Fra il 2011 e il 2013 la band ha attraversato un lungo periodo di assestamento: prima l’abbandono del cantante Michael Eden (dal quale peraltro la formazione prendeva il nome!), poi un brevissimo ‘interregno’ con l’italiano Marco Sandron (ne resta come testimonianza il singolo “Time to breathe”, distribuito in digitale all’inizio dello scorso anno), e ora il ritorno in pista con un nuovo vocalist serbo, Nikola Mijic, e finalmente il nuovo full-“length”, il quarto della discografia. La titletrack ripesca atmosfere degli Avantasia (per molti versi mi ha ricordato il brano “The wicked Symphony”: stessa pomposa apertura orchestrale e simile ritornello ficcante), ed è calda e allo stesso tempo grintosa la prova del nuovo singer. Anche “Fallen from Grace”, più avanti in scaletta, mi sembra respirare non poco l’aria di “Angels of Babylon” (più che dell’ultimo “The Mystery of Time”). Classico e potente hard rock in “Break the Silence” e nel singolo “Evil & Divine” (onestamente, però, avrei scelto un altro pezzo per pubblicizzare il disco), mentre “Unbreakable” presenta un bel solo veloce e allegro. “Great Unknown” ha un riff dall’aria irlandese, mentre “Sign of the Cross” discute della Chiesa attraverso un bel refrain, incessantemente ripetuto alla fine del pezzo. Ci avviamo così verso la fine della lunga scaletta (13 brani per 67 minuti di musica) con i toni più patinati di “Wings to fly” e quelli aggressivi e pieni di “Devil in Disguise”. Un disco ben riuscito: anche se manca un singolo di classe superiore, chi ama queste sonorità ‘di confine’ può certamente farsi avanti.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10